28 marzo 2025
Aggiornato 01:00
Immigrazione e terrorismo

Sicilia, scoperta banda dedita a traffico di migranti orientata alla jihad

Un affiliato voleva andare in Francia per compiere azioni pericolose. Secondo il prefetto Franco Gabrielli, il rischio terrorismo in Italia resta alto

Polizia con un gruppo di immigrati.
Polizia con un gruppo di immigrati. Foto: ANSA

PALERMO - C'erano anche «soggetti con orientamenti tipici dell'islamismo radicale di natura jihadista» che «palesavano atteggiamenti ostili alla cultura occidentale mediante propaganda attuata attraverso falsi profili attivati su piattaforme social» all'interno dell'organizzazione internazionale dedita al traffico di esseri umani smantellata stamani in Sicilia. Secondo quanto scrivono gli inquirenti, «in una conversazione intercettata tra il promotore dell'organizzazione e uno dei sodali, si è apprezzata l'intenzione di quest'ultimo di recarsi in Francia ove avrebbe compiuto 'azioni pericolose a seguito delle quali avrebbe potuto non fare ritorno', invitando pertanto l'interlocutore a pregare per lui».

Rischio terrorismo alto 
Intanto, i possibili rischi legati al terrorismo restano «alti» nel nostro paese ma la prevenzione, fino ad oggi, sta funzionando. Ad affermarlo il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, a margine della presentazione, stamane a Roma presso l'Auditorium Parco della Musica, della mostra fotografica «Frammenti di storia. L'Italia attraverso le impronte, le immagini e i sopralluoghi della Polizia scientifica».

Gabrielli: guardia alta
«Il paese è oggetto di una minaccia, ma le attività di contrasto e prevenzione hanno garantito fino ad ora una condizione di sicurezza - ha detto Gabrielli -. La guardia deve restare molto alta perché la possibilità che si arrechi un danno o che vi sia un attacco, purtroppo, è alta. Ho sempre detto che dobbiamo avere la consapevolezza che ciò è possibile». In questo senso il capo della Polizia ha parlato di "minaccia incombente, che non significa però che domani ci sarà un attentato. Dico solo che ci sono delle persone che hanno nel mirino anche il nostro paese». Di fronte ad un simile scenario, però, occorre avere anche la certezza che «le forze di sicurezza e di intelligence danno il loro meglio».

Sicurezza assoluta imoossibile
Gabrielli ha ribadito che, ovviamente, «la sicurezza assoluta non esiste» e che sarebbe l'errore più grande quello di modificare le nostre vite e le nostre abitudini perché così facendo questi criminali - ha detto - avrebbero già vinto. «Sono convinto - ha sottolineato - che come abbiamo sconfitto il terrorismo interno, particolarmente sanguinario, e abbiamo limitato e annientato le stagioni stragistiche della criminalità organizzata vinceremo anche questa battaglia. L'importante è che i costi per vincerla non siano mai quelli di rinnegare i nostri diritti e le nostre libertà». Rispondendo, infine, ad una domanda sull'apparato di sicurezza nel nostro paese, Gabrielli ha detto: «Come mi è capitato di dire abbiamo forze di PS un po' invecchiate, ma questo non deve essere un alibi o un limite alla nostra attività. Poi, passi importanti ci sono stati come il rinnovo delle carriere e la riorganizzazione interna. Speriamo che tutto ciò possa continuare con il nuovo governo».