19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Trasporti

Atac, giudici bocciano concordato: Pd e Fdi all’attacco

È stato notificato il decreto dal Tribunale fallimentare all’azienda dei trasporti capitolina: critiche dalle opposizioni

I giudici del tribunale fallimentare hanno definito ‘inidoneo’ il concordato preventivo presentato da Atac
I giudici del tribunale fallimentare hanno definito ‘inidoneo’ il concordato preventivo presentato da Atac Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI ANSA

ROMA – Niente da fare per il concordato presentato da Atac: i giudici del tribunale fallimentare hanno definito il concordato preventivo ‘inidoneo’ e approssimativo anche sotto i profili tecnici. I partito dell’opposizione in Campidoglio hanno criticato la gestione aziendale: «Come Fratelli d’Italia – hanno dichiarato gli esponenti di Fdi Fabrizio Ghera capogruppo in Campidoglio e Andrea De Priamo consigliere comunale – lo abbiamo denunciato fin dall’inizio: la strada del concordato rappresentava  - come di fatto sta accadendo - un salto nel buio sia per l’azienda che per i dipendenti, ma il sindaco di Roma ha preferito fare orecchie da mercante e ha tirato dritto. Perizie sballate, immobili sottostimati, attestazioni lacunose e addirittura non viene contemplata l’ipotesi di un insuccesso della procedura».

«Risanamento da armata Brancaleone»
Secondo Ghera e De Priamo, «il programma di risanamento del sindaco e dalla sua armata Brancaleone è inadeguato, un quadro che fa acqua da tutte le parti. Una situazione preoccupante che mette a rischio l’azienda e i lavoratori, e di fronte ci sono 70 giorni per evitare il crac targato grillini, per il 30 maggio infatti è fissata l’udienza in Tribunale e per quella data Atac dovrà adeguare il piano. Emerge nuovamente la grande inadeguatezza della Raggi e della sua Giunta, la bocciatura del concordato da parte dei giudici è fallimento 5 Stelle».

Anche il Pd all’attacco
A dirsi seriamente preoccupati dei rilievi evidenziati dai giudici sono i consiglieri capitolini del Pd: «Ora – hanno dichiarato – si apre una fase densa di incognite per il servizio di TPL e che mette a serio rischio le sorti dell'azienda e il futuro occupazionale di migliaia di lavoratori. Più volte come gruppo del PD abbiamo esortato sindaca e giunta ad evitare pericolosi 'salti nel buio' suggerendo di proseguire e condividere il percorso di risanamento avviato nella precedente consigliatura. Un piano che aveva iniziato a dare positivi risultati di risanamento come riconosciuto anche dall'ex assessore Colomban». «Ora l'azienda capitolina, in poche settimane – aggiunge – è chiamata dai giudici fallimentari a rivedere il piano di risanamento approvato nel mese di gennaio, correggendo le lacune presenti nella documentazione depositata in tribunale».

«Chiediamo accesso alla documentazione»
Le incognite sul piano, secondo il Pd romano, riguardano il rilancio degli investimenti aziendali, il risanamento finanziario, le modalità di copertura dei crediti e le perizie degli immobili. «Un documento da riscrivere almeno in parte e che pesa sulle casse dell'azienda quasi 13 milioni tra consulenze e parcelle. Come gruppo del PD, nel ribadire la richiesta di audizione in commissione mobilità dell'assessore Meleo e dell'A.D. Paolo Simioni avanzata già nelle settimane scorse, chiediamo di avere accesso a tutta la documentazione attinente gli atti del tribunale e di calendarizzare in via d'urgenza una seduta dell'Assemblea capitolina».