1 dicembre 2024
Aggiornato 18:00
M5s

M5s e il pericolo letale dell'osmosi nel Sistema, che Di Maio non vede

Berlusconi e Renzi vogliono distruggere il M5s. Rispettare la regola originaria di Grillo - mai alleanze - è l'unica soluzione?

Il capo politico M5S Luigi Di Maio con Roberto Fico nell'Aula della Camera
Il capo politico M5S Luigi Di Maio con Roberto Fico nell'Aula della Camera Foto: ANSA/ ETTORE FERRARI ANSA

ROMA - Il M5s sta subendo un processo di osmosi nel sistema? Indubbiamente sì. L’avventura politica dei pentastellari sta prendendo una piega molto pericolosa, che mette in dubbio la stessa sopravvivenza dell’organismo politico fondato da Beppe Grillo e Gian Roberto Casaleggio. I pasdaran pentastellari negano tutto e approvano ogni mossa del loro nuovo capo politico: la via migliore verso il percorso già compiuto da Matteo Renzi. Giorno dopo giorno si susseguono ampie cesure con l’ideologia originaria – il M5s fa(ceva) della sua forza l’ideologia della non ideologia: è un merito – e si aprono scenari inquietanti. Ora, il sig. Andrea Cecconi, che solo poche settimane fa aveva «promesso» che si sarebbe dimesso da parlamentare il giorno dopo l’elezione – a causa della furbata ideologica da lui escogitata inerente i rimborsi spese che non ha devoluto al suo partito – ha fatto sapere, con rara e raffinata eleganza, di considerare quell’accordo preso con Di Maio, addirittura scritto, «carta da culo». Però: come partenza per la rivoluzione pentastellare ci si attendeva di meglio. Cecconi andrà nel gruppo misto e da lì, comodamente seduto sulla ricca poltrona da parlamentare, darà il sostegno a Luigi Di Maio. Il quale, al momento, non si è ancora espresso relativamente alla condizione di «carta da culo», ovvero l’accordo che prese con Cecconi. E non si è ancora espresso relativamente al supporto politico promesso dal sig. Cecconi.

Osmosi nel sistema
Il termine osmosi indica la diffusione del solvente (spesso acqua) attraverso una membrana semipermeabile (che fa passare quindi solvente e non soluto). Il movimento dell'acqua avviene da una regione a minor concentrazione di soluto verso una regione a maggior concentrazione, quindi secondo il gradiente di concentrazione, cioè l'attività. L'osmosi è un processo fisico spontaneo, vale a dire senza apporto esterno di energia, che tende a diluire la soluzione più concentrata, e a ridurre la differenza di concentrazione. Il flusso netto di solvente può essere contrastato applicando una pressione al compartimento a concentrazione maggiore. Se la pressione applicata supera la pressione osmotica, otteniamo l'osmosi inversa. Si tratta di un fenomeno importante in biologia, dove interviene in alcuni processi di trasporto passivo attraverso membrane biologiche. L’osmosi è un tratto tipico delle controrivoluzioni. Il secondo è l’offerta al popolo della testa di alcuni regnanti. Si veda, ad esempio, l’esecuzione di Luigi Capeto, e dell’ultimo Zar. Su questo punto torneremo più avanti.

L'intuizione delle origini: non fare accordi con nessuno
Il M5s nacque da un’intuizione geniale: non fare alleanze con nessuno significa non contaminarsi, mantenere una purezza che nel lungo periodo porta all’egemonia culturale e politica. Questa analisi, di Beppe Grillo, è fondata sul granito dei risultati politici: da 0 al 26% del 2013, al 32,4% odierno. Ora, per una strana e incomprensibile pulsione autodistruttiva, il M5s ha scelto il processo di integrazione, ovvero un processo di alleanze con coloro che sono sempre stati visti come nemici, ben più quindi che avversari.

Da cosa deriva questa scelta?
Messo da parte il capo politico e fondatore, il potere è rimasto nelle mani di un gruppo parlamentare che teme un’altra regola ormai vacillante, quella del doppio mandato. Regola importantissima, fondamentale, di civiltà. Come dimostra in forma estrema il caso del povero Cecconi, che umilia se stesso e il suo partito, nessuno è disposto ad abbandonare la casta sempre accusata, ma che, una volta raggiunta, rappresenta il coronamento di una vita da sogno. E’ la tragedia massima di questi tempi bui: una classe politica priva di valori ideologici tende a salvare solo se stessa. E ancora più lo fa quando tale classe politica è espressione del «proletariato miracolato». Da qui il tentativo di sopravvivere tradendo i principi originari del M5s.

Purezza, fino alla vittoria
Solo pochi anni fa Beppe Grillo urlava nelle piazze che il M5s avrebbe raggiunto quota 51%, e avrebbe governato da solo: cancellando l’intera impalcatura partitica nata dopo il secondo conflitto mondiale. Questa possibilità esiste ancora? Il M5s si trova ad un bivio: resistere su questa ideologia, oppure procedere con l’osmosi nel sistema. Nel primo caso significa rimanere all’opposizione altri cinque anni, rinunciare alla rielezione di Luigi Di Maio al termine di questa legislatura, mandare a casa buona parte dei parlamentari storici, e affrontare con durezza una legislatura di opposizione molto forte all’asse, ormai eterno, Partito Democratico-Forza Italia. Al termine del quale - è altamente improbabile che duri cinque anni - superare quota 51% senza alcun dubbio. Sarebbe il coronamento dell’ideologia originaria, quella che darebbe realmente al paese la possibilità di cambiare. L’alternativa è la drammatica osmosi con il sistema, di cui si vedono già evidenti pulsioni. Il M5s, come dimostra il governo di Torino portato avanti da Chiara Appendino, non resiste quando si integra con l’apparato anziché cambiarlo. E’ una vecchia regola di ogni rivoluzione. Già oggi la prospettiva di una fotografia in cui si vedono Di Maio e Berlusconi stringersi la mano potrebbe provocare una catastrofe d’immagine. E non saranno i pasdaran pentastellari che approvano sempre tutto acriticamente a salvare a colpi di post sui social da un evidente danno il M5s. A meno che il movimento che fu di Grillo voglia trasformarsi volontariamente in una sorta di Partito Democratico/Democrazia Cristiana.

Verso l'iceberg del governo
Il M5s, purtroppo, pare lanciato vero la seconda opzione. La foga del governo – per fare cosa non si sa, dato che è evidente l’impossibilità di portare avanti i punti programmatici più importanti – sta accecando la dirigenza pentastellare. E non saranno sicuramente i tagli dei vitalizi, la testa dei potenti offerta al popolo, a salvare un partito che potrebbe allearsi con gli ex nemici. La dimensione simbolica, e purtroppo anche politica, che sta per realizzarsi è un baratro verso cui il M5s corre, ciecamente. Di Maio, come tutti i capi insicuri di sé, si è circondato di lacché il cui unico scopo è annuire ad ogni suo pensiero. Ma purtroppo intorno a lui vi sono anche dei consiglieri che lo spingono – interessati – verso la distruzione del M5s. Il 32.5% di poche settimane fa, come abbiamo già scritto su queste pagine, è sempre più un Titanic lanciato verso l’iceberg: la musica suona, nessuno si accorge di quanto sta per accadere.