26 aprile 2024
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Appuntamenti

Eventi a Bologna, 5 cose da fare giovedì 1 marzo

Ballo, spettacolo, cinema e cultura. Ecco cosa vi attende in città ed una piccola guida per non perdere gli appuntamenti migliori

Bologna, 5 cose da fare giovedì 1 marzo
Bologna, 5 cose da fare giovedì 1 marzo Foto: Shutterstock

BOLOGNA – Teatro, flamenco, cinema e cultura. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi sfuggire i momenti più interessanti del giovedì sera bolognese.

Flamenco
Al Teatro Il Celebrazioni, il 1 marzo, «Anima e Corpo. Vivir flamenco». L'ultimo spettacolo della compagnia FlamenQueVive in cui l'intangibile e il corporeo si fondono in un'alchimia perfetta fatta di gioia, dolore, amore e sofferenza. Con intensa fluidità ad alternarsi nel flamenco il cante, la chitarra e il baile. Quest'anno la compagnia si arricchisce di due ospiti d'eccezione: Juan Ogalla Martinez e Juan El Junco, storici primi ballerini della compagnia di Cristina Hojos. Nello spettacolo coreografie di gruppo si alterneranno a momenti più intimistici in cui i due artisti di fama internazionale interagiranno con grazia e sensualità con le talentuose ballerine.

A teatro
All'Arena del Sole - Sala Leo de Berardinis, dal 1 al 4 marzo, in scena «La Gioia». Artista caro ad Ert che accompagna il suo lavoro da anni, Delbono è capace come pochi altri di creare i suoi spettacoli derivando suggestioni da episodi di vita vissuta, siano essi autobiografici o suggeriti dalle cronache dei nostri giorni, così piene di contrasti. «Ho scelto di intitolare il mio nuovo spettacolo «La Gioia» - ha dichiarato Delbono - perché è una parola che secondo me fa un po’ paura, incute timore, capace com’è di evocare immagini di apparente felicità e benessere ma che, ad un’analisi più approfondita, può suggerire anche la lotta, le ferite, il dolore, la sofferenza e quindi anche la lucidità, la coscienza. In questo lavoro lavorerò in sottrazione, credo che sia importante, e lo farò intervenendo sull’impianto teatrale complessivo, tornando a lavorare in modo radicale su un teatro che mi riporti alle origini, al percorso in cui mi sono formato, iniziato in Danimarca. Mi piace poter pensare al teatro come a un rito, e voglio farlo con la mia compagnia, un gruppo che mi accompagna da più di venti anni, un gruppo coeso con cui amo creare e concepire i miei lavori: questo per me è molto importante». Una compagnia che da sempre si connota per la sua apertura agli altri, alle differenze, alle diversità, che viaggia e incontra l’alterità fisica, e concreta, di corpi e storie, di persone che sono esseri umani prima che attori. Una compagnia che Delbono ha riunito nel corso del tempo della sua vita eretica, gruppo che ha da poco accolto persone in fuga da paesi devastati da conflitti insanabili. «In questi anni ho sempre cercare di entrare sempre più in contatto con il mio pubblico, - ha dichiarato Delbono - invitandolo a condividere con me le loro reazioni ed emozioni, e questo è un aspetto del mio lavoro a cui tengo molto. Il tempo che stiamo vivendo è un tempo in cui è fondamentale essere lucidi, essere forti, abbattere i muri, con coraggio e con forza, io penso che questa mia ricerca sia ancora più importante in un tempo come questo, e lo sia ancora di più agendo in uno spazio come quello del teatro che nella accezione comune è intoccabile, quasi sacro».

Danza
Al Teatro Testoni Ragazzi, sala B, giovedì 1 marzo alle 17.30 e alle 18.45, in scena «Kokers/Tubi». Uno spettacolo di danza con due danzatori e moltissimi tubi di cartone. Una città, un bosco, una casa, un campo da gioco… I due danzatori costruiscono il loro mondo, utilizzando tubi di cartone. Come fai a costruire un mondo o a buttarlo giù di nuovo? Lo fai insieme a qualcuno o da solo?

Cultura
Ai Giardini delle Serre Margherita, alle 21, torna «Cinque cose con» il format ideato da Francesco Locane, prodotto in collaborazione con Kilowatt, Sfera Cubica e Modernista, che vuole fare conoscere lati inediti o poco noti di personaggi di spicco del mondo culturale, chiedendo loro di portare in scena un cocktail, un film, un libro, un disco e un oggetto personale. A partire dalla rituale introduzione con il drink della serata, gli incontri si sviluppano in narrazioni imprevedibili e vivaci: ascolti e proiezioni multimediali tracciano percorsi di immagini, aneddoti e suoni che si intrecciano alle cinque cose del titolo, svelando poco a poco gusti, passioni e manie dei personaggi intervistati. Inaugurata alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna nell'estate del 2017, la rassegna ha finora accolto musicisti del calibro di Emidio Clementi (Massimo Volume), Enrico Gabrielli (Calibro 35), Julie's Haircut e Giorgio Poi. Lo scrittore Gianluca Morozzi è il primo ospite di una nuova tranche di appuntamenti a cadenza mensile che ci accompagneranno fino all'estate e oltre. Nato a Bologna nel 1971 ha esordito nel 2001 con il romanzo «Despero» (Fernandel) e ha raggiunto il successo nel 2004 con «Blackout» (Guanda), da cui è stato tratto il film omonimo. Ha pubblicato finora 25 romanzi e più di 200 racconti. Oltre che scrittore, è musicista e conduttore radiofonico. Il suo nuovo romanzo, «Gli annientatori» è in uscita per Tea ai primi di marzo.

Cinema
Al Cineclub Bellinzona Bologna, giovedì 1 marzo, alle 20.45 arrivano «Gli Asteroidi». Ospiti in sala il regista Germano Maccioni e il cast. «Gli Asteroidi» [G. Maccioni, ITA/2017, 91'] Interpreti: Riccardo Frascari, Nicolas Balotti, Alessandro Tarabelloni, Pippo Delbono, Chiara Caselli.Unico film italiano in concorso internazionale al 70 Locarno Festival, il film opera prima di Germano Maccioni racconta lo spaccato di vita di tre ragazzi nel momento cruciale in cui l’adolescenza si affaccia all’età adulta: in una provincia universale, dentro e fuori dalla scuola, dalla famiglia, dalla propria comunità, Ivan, Pietro e Cosmic attendono il presunto passaggio di un asteroide pronto a rivoluzionare per sempre le loro vite. Un film che intreccia, in un dialogo intergenerazionale, il genere «coming of age», con l’azione e la scienza, che ibrida attori non professionisti individuati dopo un lungo percorso laboratoriale nelle scuole e artisti come Pippo Delbono e Chiara Caselli, che unisce una dimensione umana - terrena e precaria - alla voglia «di riveder le stelle».