Centrodestra, Meloni (Fdi): “Per noi ‘prima gli italiani’ a 360 gradi”
La leader di Fratelli d’Italia ha spiegato cosa li caratterizza da Lega, Forza Italia e dalle varie “gambe” della coalizione. Poi ha ricordato "la privatizzazione di Poste italiane sarebbe una follia"

ROMA - Elezioni: tempo di analisi e proposte. Ma nella coalizione di centrodestra, cosa differenzia la linea di Fratelli d’Italia da quella delle altre formazioni? Ne ha parlato Giorgia Meloni ai microfoni di Rtl: «Abbiamo depositato un programma unico per dare il segnale che sulle questioni principali il centrodestra ha trovato le sintesi ma è ovvio che ogni partito abbia il suo programma aggiuntivo: ci presentiamo ciascuno con il proprio candidato alla presidenza del consiglio dei ministri ed è giusto che si dica quale sia la differenza tra noi 3, che cosa accade se Fdi è il partito che arriva primo nella coalizione, che cosa accade se sono gli altri che arrivano primi». Cosa interessa a Fratelli d’Italia, dunque? «È dire a 360 gradi prima l’Italia, prima gli italiani».
Puntare agli astenuti
Tra i dai che hanno destato maggior preoccupazione nelle recenti consultazioni, è spiccato l’altissimo numero di elettori che si sono astenuti. «Non è utilissimo infatti il gioco di provare a levarsi i voti tra di noi della stessa coalizione ma sarebbe il caso di andare a recuperarli tra gli astenuti, gli indecisi e quelli che magari ancora sono in dubbio se votare il PD che ha tradito l’Italia o l’incompetenza del m5s. Fratelli d'Italia cerca di fare questo lavoro: recuperare un consenso che il centrodestra potenzialmente ha ma che oggi non è mobilitato per le elezioni». Parola d’ordine, «patrioti»: «Dobbiamo e vogliamo difendere la nostra terra, il nostro lavoro, le nostre imprese, i nostri figli, il loro futuro e solo dopo siamo disposti a parlare di tutto il resto. Lo stiamo raccontando dall'inizio e stiamo cerchiamo di farlo esaltando le differenze con i nostri avversari, più che con i nostri alleati».
Scontro nel centrodestra?
È vero, ha ammesso la Meloni: ognuno tira l’acqua al proprio partito. «È il risultato di una legge elettorale ridicola che rende più difficile avere una maggioranza e favorisce il singolo movimento. Questo vuol dire ovviamente che tutti hanno l’interesse a dire perché sono diversi dagli altri. È normale e lo vedremo per tutta la campagna elettorale. Come allestirebbe un’eventuale squadra di governo alla guida del Paese? «Salvini dice che vorrebbe fare il ministro degli interni e c’è già stato in passato un leghista, Roberto Maroni, che lo ha fatto molto bene: penso, però, che Salvini potrebbe anche occuparsi del Welfare visto che si è dedicato tanto alla riforma Fornero, che è una vicenda molto complessa. Per quello che riguarda Berlusconi penso all'Economia o allo Sviluppo economico». Davvero, dunque, la Meloni pensa che Berlusconi prenderebbe suoi ordini? «Non si tratterebbe di prendere ordini – ha specificato la leader di Fdi – ma fare un gioco di squadra. Penso che se ne avesse voglia Berlusconi, farebbe sicuramente bene» .
Privatizzazione di Poste
Un esempio di azienda italiana da difendere contro gli assalti di capitali esteri, è quello di Poste italiane. La Meloni – dopo la protesta che vi abbiamo raccontato – è tornata sulla privatizzazione di uno dei gioielli statali: «Sarebbe una follia e su questo tema chiederò al centrodestra di dire una parola chiara. Parliamo di 140 mila dipendenti, di 13 mila sportelli aperti sul territorio, di 500 miliardi degli italiani raccolti a vario titolo come risparmio e di un assoluto gioiello che è stato già privatizzato per il 35% dai governi PD e di sinistra e un altro 35% è stato trasferito in cassa depositi e prestiti, rimane nella disponibilità del tesoro un 30% che dicono di voler privatizzare. Con la sua presenza capillare sul territorio Poste italiane costituisce un presidio dello Stato, tra i pochissimi ancora aperti in luoghi come i comuni montani, le periferie degradate, i territori difficili: chiudere gli sportelli vorrebbe dire togliere ai cittadini un punto di riferimento di servizi dello Stato». Non solo: bisogna ricordare che Poste raccoglie la gran parte delle provviste di Cassa depositi prestiti: «È l’unica banca rimasta pubblica, io non vorrei che la sinistra volesse liberarsi di poste per liberarsi anche dell’unica banca rimasta pubblica e continuare a fare gli interessi delle banche private».
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