2 ottobre 2025
Aggiornato 01:30
Centrosinistra

Di Pietro al DiariodelWeb.it: «Cara Boschi, dimettiti come ho fatto io»

Antonio Di Pietro ci parla di commissione banche, vitalizi e avversari nella futura campagna elettorale

ROMAAntonio di Pietro, parliamo della commissione d'inchiesta sulle banche. Lei, da Giletti, lo ha definito un tentativo di inquinamento delle prove.
Non un tentativo, proprio un oggettivo inquinamento.

È forte, come affermazione.
Vede, io credo nelle commissioni parlamentari. Ma credo che si debbano occupare delle responsabilità politiche, mentre quelle penali spettano al magistrato. In questo caso ci sono già procedimenti in corso e quei testimoni, quelle parti offese, quegli indagati, devono essere sentiti dal magistrato. Sentendoli in parlamento, pubblicamente, tutti possono accordare le versioni e sistemare le difese come gli pare e piace: questo vuol dire svilire e mettere in difficoltà il magistrato che sta indagando.

Qui, più che da politico, parla da ex magistrato.
Sa cosa facevo, quando conducevo l'indagine Mani pulite? Lei sa che le grandi aziende hanno i propri uffici legali, quindi se io sentivo l'amministratore delegato con il suo avvocato, quelli appena uscivano andavano a raccontare tutto agli altri. Così mi inventai il cosiddetto interrogatorio contemporaneo: chiamavo tutto il consiglio d'amministrazione, mettevo tutti in fila in modo tale che l'avvocato non potesse andare da una parte all'altra.

Ma la commissione d'inchiesta ha gli stessi poteri della magistratura.
Me lo faccia dire in dipietrese: mi fido di più di un magistrato che del pregiudizio dei colleghi in parlamento. Quelli contrari politicamente sono colpevolisti, quelli favorevoli sono innocentisti. Un po' come si faceva un tempo con l'articolo 68, lo ricordo ai giovani: un tempo, per poter arrestare o inquisire un parlamentare, bisognava chiedere l'autorizzazione. Quando la si chiedeva per un membro della maggioranza, non veniva mai data. Ma siccome una volta sta in maggioranza uno e una volta l'altro, si erano accordati in modo che cane non mordesse cane.

Allora concentriamoci sulle responsabilità politiche. La Boschi ha un conflitto d'interesse? Si deve dimettere?
Ho visto sulla rete che qualcuno mi ha accusato di difendere la Boschi, ma non so che trasmissione abbiano visto.

Lei ha detto che non c'è reato.
Ho detto due cose che ripeto anche qui. Primo: la Boschi non ha querelato De Bortoli, ma ha fatto un'azione civile. Da Vespa ha spiegato che il motivo è che in questi mesi tante persone l'hanno diffamata: ma allora i colpevoli sono loro, non De Bortoli. Quindi, ribadisco, secondo me quella causa la perde e rischia di doverci pagare pure le spese. Secondo: sul piano processuale, le responsabilità del padre non ricadono sui figli.

Però, politicamente...
Bisogna vedere se lei effettivamente sia intervenuta su questa questione. Io ho adottato sempre una regola su di me, e l'ho detto anche alla Boschi. La responsabilità penale la accerta il giudice, ma chi riveste un ruolo pubblico ha una responsabilità in più: quella di far lavorare la magistratura senza buttarla in politica, e non fare un gioco delle parti. Faccia come me: io fui indagato da magistrato e mi dimisi, fui indagato da ministro e mi dimisi. Anche se quelle cause poi le ho vinte tutte e mi hanno pure pagato i risarcimenti danni. Morale della favola: cara Maria Elena Boschi, se tu c'entri o meno lo accerterà il magistrato, ma ti devi dimettere. Questo vuol dire difendere la Boschi?

Anzi, il contrario. Però poi ognuno interpreta come vuole.
O come gli fa comodo.

Per par condicio, le chiedo anche se lei, come Renzi, auspica che Berlusconi venga riabilitato dalla corte europea e torni candidabile.
No, assolutamente no. Torno a ripetere: le leggi vanno rispettate. In Italia abbiamo un signore condannato con sentenza penale passata in giudicato. C'è una norma secondo cui, per una questione di rispetto dei principi costituzionali e dell'etica pubblica, i criminali è meglio che non stiano in parlamento. Io credo che, su questo, la Severino abbia fatto una cosa buona e giusta.

Lei è stato molto vicino a Grillo, ma oggi i suoi amici del Movimento 5 stelle li vede pronti a governare l'Italia?
Ho delle grosse riserve, proprio perché sono amici: non sul piano personale, ma su quello politico. Ho sempre detto a Grillo e agli amici del M5s che hanno svolto un grande ruolo di pacificatori della rabbia sociale di questo Paese: questa protesta, per il 25-30%, sfocia nelle urne grazie alla loro esistenza, invece di sfasciare vetrine o incendiare macchine. Questo, però, vale quando si sta all'opposizione, mentre ora dicono di voler governare. Certi gesti di supponenza e saccenza da parte di Di Maio mi preoccupano molto: prima governa, poi vantatene. Altrimenti fai come Renzi, ve lo ricordate? Durante il suo governo parlava sempre al futuro, ma se pensi sempre al domani quando nascono questi figli?

Ho iniziato con una domanda personale e chiudo con un'altra...
Quanti anni ho?

No, quello lo sappiamo. In questi giorni è stata bocciata la legge sui vitalizi. Lei è uno dei beneficiari, se non ho letto male prende qualcosa come 3700 euro al mese, che sarebbero stati tagliati a 2400. Quindi è contento che non sia passata?
Assolutamente no. Se fossi in parlamento voterei sicuramente sì. In un momento di austerità, se quelli che ne prendono di più ce ne mettono qualcosa, non guasta mai.