28 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Movimento 5 stelle

Di Maio: «Ocse monitori elezioni. Voto di scambio più preoccupante di fake news»

Il candidato premier del M5s: «C'è chi dice che siamo contro le imprese ma in 5 anni ci siamo tagliati gli stipendi per 20 milioni di euro e li abbiamo messi in un progetto che ha creato circa 7mila aziende»

ROMA - «Ho letto più volte che sia alcuni quotidiani, sia alcuni leader di partito sono preoccupati per l'esito delle elezioni politiche perché potrebbe essere condizionato dalle false notizie. A me preoccupa più il voto di scambio che le bufale, ma questo non è un tema da sottovalutare». Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 stelle, commenta ai microfoni di '6 su Radio 1' la notizia sulla proposta di legge, a firma Pd, contro le 'fake news'. «E' per questo - ha sottolineato Di Maio - che chiediamo che le elezioni politiche del 2018, come fu nel 2006, siano monitorate dall'Osce in modo tale che questo organismo internazionale possa monitorare sia il corretto svolgimento delle elezioni ma anche la campagna. C'è una bruttissima prassi della politica italiana per cui ogni volta che c'è un problema si vuole fare una nuova legge. In realtà per combattere le fake news basterebbe una Rai libera dai partiti, degli editori puliti che gestiscono i giornali e una cultura dell'informazione politica che porti avanti la verità».

M5s a favore delle imprese
«Se Renzi ha perso referendum , Comunali, Regionali in passato e sta per perdere le politiche - ha concluso- è perché pure lui ha governato con le fake news facendo delle promesse agli italiani che non ha mai mantenuto e addirittura diffondendo delle notizie non vere. La scheda elettorale del Senato con cui lui promuoveva il si al Referendum non è mai esistita». «C'è chi dice che siamo contro le imprese ma in 5 anni ci siamo tagliati gli stipendi, qualcosa come 20 milioni di euro e li abbiamo messi in un progetto che ha creato circa 7.000 imprese! Queste persone hanno ancora il coraggio di parlare?». Lo scrive Luigi Di Maio sul suo profilo Facebook dopo una serie di incontri a Milano. «Mio padre votava Berlusconi - ha ricordato il candidato premier del M5S -, perché credeva nella sua rivoluzione liberale, sono passati 20 anni e non l'ha ancora fatta».