29 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Banca Etruria

Banche, la «exit strategy» della Boschi che sfida Di Maio e le condizioni del grillino

Maria Elena Boschi ha lanciato il guanto di sfida al premier in pectore del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. Ma lui lo ha raccolto ponendo alcune condizioni

ROMA – Maria Elena Boschi ha lanciato il guanto di sfida al premier in pectore del Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio. La sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio ha chiesto al presidente della Camera di confrontarsi faccia a faccia in diretta TV. La ex ministra delle Riforme del governo Renzi non ci sta a farsi dare «dell'aguzzina» da Di Maio, che recentemente l'ha anche accusata in relazione al crac di Banca Etruria di aver salvato «la sua» banca mandando sul lastrico i risparmiatori italiani. Secondo la Boschi le accuse sono «rigorosamente false» e per questo sfida il candidato premier pentastellato a ripeterle in TV. E Di Maio, senza farla troppo aspettare, neanche ventiquattr'ore dopo decide di accettare la sfida. Ma ponendo due condizioni.

La sfida di Maria Elena Boschi a Luigi Di Maio
«In questi due anni, la strumentalizzazione che è stata fatta della vicenda banche mi ha molto ferito», ha esordito Maria Elena Boschi intervistata da Democratica. «Innanzitutto perché rappresenta una distorsione di quanto è accaduto in realtà nel nostro paese» ha aggiunto e ha ricordato che negli anni scorsi l’Italia ha conosciuto una grave crisi bancaria, «a lungo sottovalutata da chi ci ha preceduto». Nessuna colpa del governo Renzi, quindi, né del babbo di Maria Elena Boschi – vicepresidente di Banca Etruria nei precedenti il crac finanziario – secondo la ex ministra perché le responsabilità  sarebbero più a monte e ora che «un partito come i 5 Stelle sceglie la falsità come elemento chiave della propria proposta politica», lei sente «il bisogno di reagire».

La tattica a rischio boomerang del Pd
Non solo. La Boschi risponde colpo su colpo e alza la posta in gioco cercando lo scontro diretto televisivo. «Definire il Movimento Cinque Stelle come un movimento basato sulla falsità non è un’accusa dura: è la fotografia della realtà», ha dichiarato ancora a Democratica. Luigi Di Maio, a questo punto, non può tirarsi indietro. Se lo facesse ammetterebbe di aver sbagliato e laverebbe l'immagine pubblica della Boschi dalle sue macchie. Lo scontro, ormai, è inevitabile. E non è casuale. Il Partito democratico sta cercando in ogni modo di rifarsi una verginità politica per presentarsi alle prossime elezioni con un'immagine immacolata o – quantomeno – non sfigurata dagli eventi legati al decreto salva-banche e al conflitto d'interessi della ex ministra delle Riforme con la crisi di Banca Etruria (vedi anche caso Visco) e l'unico modo per riuscirci davvero è ripulire proprio quella della Boschi in diretta TV.

La risposta di Di Maio , le piazze e i salotti di Rai1
Ma il tentativo potrebbe trasformarsi in un boomerang qualora Luigi Di Maio riuscisse a uscire vincitore dal confronto televisivo. Allora per il Partito Democratico non ci sarebbe proprio più alcuna possibilità di redenzione. Il candidato premier in pectore del Movimento 5 stelle, interpellato a Catania, conosce la posta in gioco e ha detto di voler accettare la sfida, ma ad alcune condizioni: «Non ho alcun problema», ha dichiarato il grillino, «a partecipare a un confronto dopo il 5 novembre perché adesso sono impegnato in Sicilia a mandare a casa gli impresentabili di Musumeci e di Micari; il confronto sia magari all’americana, in una piazza davanti a Banca Etruria con i risparmiatori, così avrà modo di dire anche a loro la verità». La sottosegretaria, però, preferisce i salotti di Rai1, dove la folla arrabbiata non può nuocerle. E invece di accettare le condizioni ha preferito ribattere provocando Di Maio via Twitter: «Hai paura?». Non resta che aspettare l'inizio dello scontro.