La Francia farà hotspot in Libia, Alfano e Gentiloni non sono d'accordo
Il ministro degli Esteri: «Non si può, anche da parte della Francia, andare avanti con battute improvvisate». Il premier: «Sinceramente noi stiamo alla nostra agenda che ci impegna sul piano dell'accoglienza»
MILANO - «Non si può, anche da parte della Francia, andare avanti con battute improvvisate. I campi là vanno gestiti dalle organizzazioni internazionali come l'Unhcr e non è materia che si può affrontare con battute improvvisate». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a margine della dodicesima conferenza degli ambasciatori in corso all'Hangar Bicocca.
«Sinceramente noi stiamo alla nostra agenda che ci impegna sul piano dell'accoglienza, a cui non rinunciamo, che ci vede impegnati a discutere con le Ong una serie di regole e che ci vedrà nei prossimi giorni impegnati con un passo ulteriore di assistenza alle autorità libiche per il controllo del loro territorio». Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sull'iniziativa francese di creare hot spot in Libia. «Siamo stati - ha ricordato - forse il Paese più impegnato a promuovere la stabilizzazione della Libia, siamo tutt'ora impegnati a far fare a questa stabilizzazione se possibile passi in avanti e quindi abbiamo salutato con favore anche il fatto che a Parigi si siano incontrati il presidente Sarraj e il generale Haftar su iniziativa di Macron perchè speriamo che abbia dei seguiti e degli sviluppi».
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