12 agosto 2025
Aggiornato 17:00
Lutto nel cinema

Morto Paolo Villaggio, il «padre» di Fantozzi emblema della classe media che non c'è più

Il noto attore e autore era ricoverato da alcuni giorni al Policlinico Gemelli di Roma. Con i suoi famosi personaggi raccontò i vizi e le virtù dell’italiano medio

Paolo Villaggio al Film Festiva di Roma 2015
Paolo Villaggio al Film Festiva di Roma 2015 Foto: ANSA | CLAUDIO ONORATI ANSA

ROMA – Dopo Paolo Limiti, anche Paolo Villaggio ci lascia. Aveva 84 anni, ed era ricoverato da alcuni giorni all’ospedale Policlinico Gemelli di Roma. Con i suoi personaggi, divenuti famosi negli anni Settanta e Ottanta, Fantozzi e Fracchia, raccontò l’uomo medio italiano. Villaggio era nato a Genova il 30 dicembre 1932, dopo gli studi al Liceo Classico, e l’abbandono quasi immediato della facoltà di Giurisprudenza, e ha iniziato la sua carriera di ‘comico’ sui generis indossando i panni di personaggi ora grotteschi ora ‘demenziali, come poteva essere il professor Otto von Kranz, nella trasmissione Tv ‘Quelli della Domenica’ andata in onda nel 1968 su RAI 1.

Un personaggio emblema
Ma Paolo Villaggio non era solo un ‘comico’, fu anche sceneggiatore, doppiatore e soprattutto scrittore. I suoi successi letterari con il mitico e tragicomico ragionier Ugo Fantozzi lo lanciarono nell’olimpo degli impietosi analizzatori della società italiana dell’epoca. La sua penna si soffermò in particolare sulla società delle ‘mezze maniche’, la classe media, formata dagli impiegati di cui Fantozzi ne era l’emblema. L’italiano medio che insegue un sogno che possa dare un po’ di colore alla propria grigia vita. Lo stesso Paolo Villaggio definì così il suo personaggio: «Fantozzi è il prototipo del tapino, la quintessenza della nullità». E Villaggio era maestro nell’enfatizzare tutti i vizi, le manchevolezze e persino i sentimenti dei personaggi da lui creati. Dal libro ne uscì un film, nel 1975, con la regia di Luciano Salce (Il primo tragico Fantozzi) che è stato incluso nel 2008 nella lista dei 100 film italiani da salvare. Al ragionier Ugo Fantozzi si affiancò Giandomenico Fracchia, il timidissimo e imbranato impiegato, che tuttavia pur avendo il suo appeal non ebbe lo stesso successo.

Un autore poliedrico
Oltre all’attività di comico, sulla pellicola, in Tv e sulla carta, Paolo Villaggio fu anche un artista poliedrico. Sono noti anche i suoi ruoli drammatici in film di noti registi come Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmüller, Ermanno Olmi e Mario Monicelli. Villaggio aveva anche ricevuto un Leone d’Oro alla carriera, nel 1992, in occasione della 49ª Mostra del cinema di Venezia. Pardo Mentre il Pardo d’Onore alla Carriera gli fu assegnato nell’agosto del 2000 al Festival del cinema di Locarno.

Gli amici
Tra gli amici più cari, Paolo Villaggio ricordò sempre il cantautore genovese Fabrizio De André, con il quale passo molti anni della sua giovinezza. Insieme, prima che De André iniziasse la sua carriera di cantautore, scrissero insieme anche due canzoni: ‘Il Fannullone’ e ‘Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers’. I testi erano di Paolo Villaggio e le musiche di Fabrizio De André. Segui poi l’amicizia all’inizio degli anni Settanta con Vittorio Gassman, da cui ne scaturì anche una collaborazione artistica. Ma Villaggio lavrò in compagnia di moltissimi attori, personaggi dello spettacolo, registi… un curriculum da fare invidia alla più celebrata Star. Nonostante ciò, lo ‘star system’ lo dimenticò – come spesso avviene in questo mondo, dove oggi sei osannato e poi, dal giorno alla notte, non ci si ricorda più di te (quando va bene). Negli ultimi anni la stessa figlia di Villaggio pubblicò un post sulla sua pagina Facebook per attirare l’attenzione proprio su questo: «Non starà al meglio, certo. Ma il cinema italiano lo ha abbandonato invece mio padre c’è», aveva scritto a corredo di una foto che li ritraeva. Oggi, profetica, si parla di nuovo del grande Paolo, ricordandolo sì come artista e per il contributo che ha dato alla cultura italiana, ma anche e soprattutto come uomo.