19 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Ballottaggio a Trapani

Niente sindaco a Trapani, ci sarà il commissario

Il candidato Pietro Savona del Dem non è uscito vincitore dal ballottaggio insolito tenutosi a Trapani. Non è stato raggiunto il quorum degli elettori, così nella città siciliana ora a ‘governare’ ci sarà il commissario

Pietro Savona al ballottaggio di Trapani
Pietro Savona al ballottaggio di Trapani Foto: ANSA

TRAPANI – Una situazione annunciata quella che si è profilata a Trapani, che rimasta senza sindaco sarà amministrata da un commissario. Nell’anomalo ballottaggio, infatti, non è stato raggiunto il quorum degli elettori. Così il candidato Dem, Pietro Savona (Pd) non è risultato vincitore, per così dire, di se stesso – dato che l’avversario invisibile erano proprio gli elettori. Nei commenti del dopo voto qualcuno parla di «poteri forti», che avrebbero impedito l’elezione di Savona.
Gli elettori trapanesi sono circa 60mila, e pare dunque abbiano ascoltato gli appelli degli esclusi di non recarsi a votare. A incitare i votanti a non compiere il loro ‘dovere’ sarebbero stati quegli stessi candidati che all’inizio di queste amministrative erano stati dati vincenti. Tra questi vi sarebbero l’ex sindaco Girolamo Fazio e il senatore di Forza Italia, Antonio D’Alì.

L’ombra del dubbio
Anche se avversari sulla carta, Fazio e D’Alì, erano stati raggiunti in piena campagna elettorale da alcuni provvedimenti giudiziari, che hanno scosso il panorama elettorale della città siciliana, ma che non hanno fatto in modo che i due candidati si ritirassero dalla corsa a sindaco. Fazio, dal canto suo, è stato raggiunto da un provvedimento giudiziario che lo ha costretto ai domiciliari per due settimane. L’accusa era di corruzione nell’ambito dell’indagine ‘Mare Monstrum’, un’inchiesta che ha scoperchiato una tangentopoli all’interno della gestione dei trasporti marittimi siciliani. L’avversario D’Alì si è visto recapitare una richiesta di soggiorno obbligato a Trapani. Il motivo sarebbero i rapporti con i mafiosi Messina Denaro, che lo hanno fatto definire dalla Dda di Palermo: ‘soggetto socialmente pericoloso’.

L’elezione
Per un ciuffo Girolamo Fazio non ha conquistato la poltrona di sindaco, fermandosi al 31%. Che con il 28% di Pietro Savona lo ha portato al ballottaggio. Il senatore D’Alì è rimasto cinque punti percentuale dietro a Savona. Pare che Fazio sia rimasto colpito dalla scarsità di voti a lui dati, e per questo motivo si è autoescluso dal ballottaggio. Ecco perché Savona ha gareggiato contro se stesso o, meglio, contro gli elettori che hanno ritenuto meglio non andare a votare.

Il quorum particolare della Sicilia
A non far eleggere Savona è stato il meccanismo di quorum che, nel caso della Sicilia, prevede un doppio quorum da battere: l’affluenza alle urne della metà più uno degli aventi diritto, oltre ad avere il 25% dei consensi. Quando però alle ore 19:00 era chiaro che il 19% dell’affluenza non bastava per raggiungere il quorum, Savona si è reso conto che non ce l’avrebbe mai fatta e ha ammesso anzitempo la sconfitta. «Non mi sento deluso da Trapani – ha commentato Savona – per il fatto stesso che siamo arrivati al ballottaggio battendo sul campo il senatore D’Alì, è un segnale chiaro che la città ha dato alla politica cittadina e ritengo che se Fazio non avesse gettato la spugna avremmo conseguito un ulteriore risultato straordinario. Era una battaglia difficile con una legge elettorale che ha posto una asticella così elevata che ha generato ulteriore demotivazione tra i cittadini».
«A Trapani – ha aggiunto l’ex sindaco Vito Damiano – c’è un qualcosa che determina o cerca di determinare le scelte, un condizionamento evanescente, con intralci che compaiono improvvisamente, una sorta di condizionamento occulto, fatti da approfondire. […] Non lo so, mi dispiace che i trapanesi non siano profondamente responsabili, l’immagine che ho è quella di un paese che sta a guardare da dietro le persiane».