23 maggio 2025
Aggiornato 18:30
Forza Italia

Brunetta: «Renzi pappagallo su Fiscal compact, non sa di cosa parla»

Il presidente dei deputati di Forza Italia: «Povero, continua a ripetere la storia che "l'Italia metterà il veto. Persiste nell'errore»

Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta
Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta Foto: ANSA/ETTORE FERRARI ANSA

ROMA - «Povero Matteo Renzi, continua a ripetere come un pappagallo la storia che 'l'Italia metterà il veto sul Fiscal Compact'. Rinfreschiamo ancora una volta la memoria al giovane fiorentino, che non sa di cosa parla e persiste nell'errore». Lo afferma in una nota Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia.

Com'è nato il Fiscal compact
«All'origine, il Fiscal Compact - spiega l'esponente azzurro - avrebbe dovuto essere un atto europeo, si pensava a un regolamento per 'compattare' (copyright Mario Draghi) in un testo unico tutte le normative che erano state adottate nel periodo della grande crisi dell'eurozona (Six Pack, Two Pack). Ma per il Regno Unito un regolamento avrebbe avuto un'influenza eccessiva anche per i paesi non euro, limitando, per esempio, la libertà di circolazione dei servizi finanziari, e si oppose. Per superare questa impasse - porsegue - si usò la formula dell'accordo internazionale, la stessa utilizzata in precedenza anche per Schengen, e fu inserito l'articolo 16 per cui a 5 anni data dalla firma (quindi nel 2017) si sarebbe valutata la possibilità di recepire l'accordo internazionale nell'ambito dei Trattati europei (come è effettivamente accaduto, in altra sede e con altri tempi, per Schengen)».

Renzi continua a non voler studiare
Quindi, evidenzia Brunetta «l'appuntamento dei 5 anni non è una scadenza, a cui fa continuo richiamo Renzi per farsi il bello, non è un rinnovo, non è neanche un tagliando/controllo. Al massimo, quello che l'Italia può fare è, come per ogni accordo internazionale, ritirare la firma e uscire dal Fiscal Compact. Restiamo comunque, come Stato dell'Ue, vincolati a tutte le regole del Six Pack e del Two Pack, che rimangono in vigore. L'unico vincolo di cui Renzi si libererebbe - aggiunge - sarebbe l'equilibrio di bilancio, se non fosse che lo abbiamo inserito nella nostra Costituzione. Quindi saremmo tenuti a rispettarlo comunque, salvo nuove modifiche costituzionali. Terzo elemento: l'uscita da Fiscal Compact preclude la possibilità di ricorso, qualora ve ne fosse bisogno, alle risorse del Fondo Salva-Stati. Questa è l'analisi scientifica e la spiegazione che Renzi continua a non voler studiare».

Rivedere i trattati Ue
«Altra cosa - evidenzia l'esponente azzurro - è, poi, la necessità che l'Italia apra una riflessione più generale in sede europea per ritornare, come abbiamo avuto occasione di sostenere più volte in Parlamento, al Trattato di Maastricht nella sua versione originale, quella fortemente voluta dall'allora ministro del Tesoro, Guido Carli, sospendendo le successive modifiche, da noi ritenute illegittime, del Six Pack, del Fiscal Compact e del Two Pack. Quindi - conclude - a poco servono i veti, serve una nuova Europa».