Mafia Capitale, Carminati a processo: «Parlavo solo con Buzzi. Le tangenti di Finmeccanica? Tutto finto»
Dopo il turno del cosiddetto 'ras' delle cooperative rosse che ha negato di aver mai usato il nome dell'ex Nar «per mettere paura a qualche politico o funzionario», ora è toccato proprio al terrorista di estrema destra deporre in aula
ROMA – Dopo il turno di Salvatore Buzzi, il cosiddetto 'ras' delle cooperative rosse finito nel carcere di Tolmezzo nel processo 'Mafia Capitale', che ha negato di aver mai usato il nome di Massimo Carminati «per mettere paura a qualche politico o funzionario», ora è toccato proprio all'ex terrorista di estrema destra deporre in aula.
Carminati: «In cooperativa parlavo solo con Buzzi»
In video conferenza dal carcere di Parma, dove è detenuto in regime di 41-bis, Carminati ha confermato che il suo referente nel mondo delle coop era proprio Buzzi: «In cooperativa parlavo solo con Buzzi e per la parte economica con Paolo Di Ninno. Mai avuto rapporti con altre persone in cooperativa. Il lavoro per me era Buzzi, non ero organico alla cooperativa. Quando non c'era Buzzi io aspettavo fuori, non entravo neanche in cooperativa, mi prendevo tre quattro caffé alla macchinetta».
«Mi offendo quando mi dicono che sono dei servizi segreti»
L'ex Nar in apertura della sua deposizione ha rivendicato il suo passato da estremista «sono un vecchio fascista degli anni '70, sono contento di essere così, di essere quello che sono». Grazie a questo passato Carminati ha confermato di essersi reso conto di essere «attenzionato», con pedinamenti e intercettazioni subite «a partire almeno dal 2011», e ha aggiunto: «Me ne sono accorto quasi subito. Ho un occhio solo ma ci vedo bene lo stesso». Su un punto invece il criminale romano ha tenuto a distanziarsi da quanto si chiacchiera a suo riguardo: «Mi offendo quando mi dicono che sono dei servizi segreti».
Le altre «leggende metropolitane»
Quella comunque non è l'unica «leggenda metropolitana» che è circolata nei suoi confronti, ha spiegato «il Guercio» Carminati: «Hanno scritto che avevo affari con Finmeccanica, che ero coinvolto nell'omicidio Calvi. È tutto finto, leggende metropolitane. Ero e sono amico di Marco Iannilli (coinvolto in diverse inchieste su Finmeccanica, ndr) e da lui ho preso casa in affitto a Sacrofano. Ma non so nulla di appalti della metro C od altro. È tutta una comica». Su Calci, ha spiegato meglio «ero in carcere 2 anni prima e poi per 2 anni dopo. Stavo su una sedia a rotelle. Lo hanno spiegato i carabinieri in quell'aula che non sono mai stato indagato per Finmeccanica. Qualcuno se lo ricordi».
Le tangenti di Finmeccanica
Sulle tangenti di Finmeccanica, Carminati ha ribadito: «Non sono mai stato coinvolto in queste vicende, tutti hanno escluso un mio coinvolgimento. A parte che se uno mi dà i soldi per portarli a qualcun altro sbaglia perché quei soldi me li tengo in tasca. Ho parlato con Buzzi della preoccupazione che questi pedinamenti potessero essere riferiti alla mia amicizia con Iannilli. Ma che io fossi 'pagatore' di Finmeccanica escludo di averlo detto. Se fosse stato vero, nonostante la mia amicizia con Buzzi, non lo avrei mai detto».
«Non ho mai conosciuto Alemanno»
Il terrorista romano ha anche parlato della sua città, negando di aver avuto rapporti con l'ex sindaco della Capitale, Gianni Alemanno: «Non ho mai conosciuto Alemanno, né dentro né fuori dal carcere, né il suo braccio destro Lucarelli, dei quali non ho nessuna stima. A quei tempi gente come Alemanno non la mettevamo con fascisti come noi. Alemanno aveva scelto una strada istituzionale. Sarebbero successe scaramucce, litigate, niente di grave per noi».
«Questo processo l'ho fatto io»
Per concludere la sua deposizione Carminati si è rivolto direttamente ai giudici: «Se non ci fossi stato io, questo processo sarebbe stata una cosa ridicola. Questo processo l'ho fatto io. Sarà per via del mio ego ipertrofico che dico questo - ha aggiunto - il campo nomadi l'ho pagato io. Nel mondo di sopra sono tutti buffoni, non pagano. In quello di sotto invece si fa fronte agli impegni».
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