19 aprile 2024
Aggiornato 04:30
La nuova sfida degli azzurri

Berlusconi riparte da Arcore, senza il «cerchio magico»

L'ex premier pensa al riassetto del centrodestra moderato e convoca un incontro per il prossimo venerdì. Al centro del meeting, l'idea di rottamazione di FI e la nascita di una nuova compagine di centrodestra

ROMA – Il centrodestra torna a riunirsi e lo fa in un luogo dalla forte accezione simbolica: Arcore. L'incontro, previsto per il prossimo venerdì, verterà sui progetti futuri di Silvio Berlusconi sulla sua Forza Italia voci accreditate parlano del proposito sempre più consolidato di chiudere i battenti (per la seconda volta) di Forza Italia, e aprire quelli di una compagine diversa, il cui nome pare essere quello di «Altra Italia». La sfida è ardua: non solo raccogliere i moderati del centrodestra italiano, ma anche – e soprattutto – porre un freno alle mire espansionistiche del leader della Lega Nord Matteo Salvini. Di «Altra Italia» si sente chiacchierare in casa Berlusconi ormai da mesi, ma del progetto concreto ancora non si vede l'ombra.

Le epurazioni e il rinnovamento
In realtà dei passi avanti sono stati fatti. È successo a giugno, quando Silvio riposava nel letto del San Raffaele di Milano in seguito ad un delicato intervento al cuore. Come scrive IntelligoNews, in quei giorni Forza Italia era retta dalla figlia Marina Berlusconi e da Fedele Confalonieri e Gianni Letta, i fedelissimi. Il triunvirato dava il via ad un periodo di epurazione che vedeva rotolare via le teste di quelli che, seppur vicinissimi a Silvio, avevano – secondo i tre – portato al fallimento del partito. Bisognerà, però, aspettare venerdì per capire che direzione prenderà la vicenda: pare che sarà Berlusconi stesso a presiedere l'incontro e ad avviare quella fase di rinnovamento degli azzurri da tempo annunciata.

Tutti tranne Meloni e Salvini
Berlusconi sogna di raccogliere sotto l'ombrello di «Altra Italia» anche forze di ex Alleanza Nazionale, come Francesco Storace – oggi leader di La Destra – e Gianfranco Fini, distanti ormai dalla politica lepenista di Giorgia Meloni. Non stupisce più la presenza di Fini, che pare si sia riavvicinato a Forza Italia e sia intenzionato a lavorare ancora con l'ex premier. Un segnale importante era stato, in questo senso, la scelta di Silvio Berlusconi di appoggiare, nelle elezioni romane, Alfio Marchini e non l'alleata «naturale» Meloni. Ma l'ex premier guarderebbe anche a personaggi come Quagliarello e Giovanardi, magari passando anche per Alfano e Casini. Alle redini del nuovo partito, però, non ci sarebbe Berlusconi. Sceglie di farsi da parte, l'ex Cav e di guardare da dietro le quinte lo sviluppo della cosa. Un po' perché i medici gli hanno raccomandato di lasciare la politica, un po' forse perché l'età che avanza e lo smalto che non brilla più come un tempo gli suggeriscono di fare un passetto indietro. Forse Maria Stella Gelmini o forse ancora Giovanni Toti – ancora troppo vicino a Giorgia Meloni, però.

Il fronte del «No» al referendum
L'idea resta quella di riunire il centrodestra, di ricreare i legami ormai logorati e ripartire. Al di là dell'assestamento della nuova conformazione politica, quello a cui guarda oggi Berlusconi è il fronte del «No» al referendum costituzionale di ottobre. Alessandro Cattaneo, Renato Brunetta e Paolo Romani hanno presentato le iniziative di formazione rivolte a chi si spenderà sul territorio per spiegare le ragioni del «no».