20 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Il premier risponde a Vienna

Renzi: «L'Austria mente e fa demagogia sul Brennero»

Per il governo austriaco sarebbero oltre 40 i migranti che ogni giorno vengono fermati al confine italo-austriaco. Per l'Italia le unità sarebbero circa tre. Renzi punta il dito contro le bugie di Vienna

ROMA – Tutte bugie: la situazione del Brennero «è usata dall'Austria in modo demagogico». A sferrare l'attacco ai vicini d'oltralpe è Matteo Renzi, che risponde così ai numeri allarmistici propagandati da Vienna. Sarebbero dai quaranta ai cinquanta i migranti che ogni giorno, arrivando con un treno e procedendo poi a piedi, cercano di raggiungere l'Austria passando proprio per il valico italo-austriaco del Brennero.

Le bugie di Vienna
«L'immigrazione va gestita – dice il premier Renzi – e bisogna creare le condizioni laggiù, in Africa, per rimettere le cose in ordine». La questione è particolarmente delicata, ma non fuori dal controllo come cerca di dipingerla, con toni esasperati, Vienna: «Quando una parte degli austriaci dice "eccoli ci stanno invadendo», non è vero», continua. I numeri di cui parla il governo italiano sono ben diversi: sarebbero infatti due o al massimo tre le persone scoperte e bloccate al confine al giorno. Dunque Vienna si starebbe servendo di numeri gonfiati per fare demagogia, a detta del premier.

«Manovre ingannevoli da parte dell'Italia»
Nei giorni scorsi il governatore tirolese Günther Platter puntava il dito contro il Governo accusando l'Italia di «manovre ingannevoli per evitare i controlli ventilati dall'Austria». «Gli ingressi incontrollati al Brennero devono essere fermati», dice ancora Platter con tono accusatorio, sebbene – come dicono le fonti della Questura di Bolzano – il numero di riammissioni di migranti dall'Austria verso l'Italia risulta essere «residuale». Si profila – ancora – la possibilità di una linea più dura da parte dell'Austria, con i fantasmi di quel muro che non smettono di spaventare. Intanto non mancano i provvediementi: l'Austria invierà ottanta poliziotti per controllare il confine e fermare gli arrivi. Ad annunciarlo è stato proprio Platter: «Non accetterò che gli italiani distribuiscano inefficaci tranquillanti su presunti controlli e da noi il numero di ingressi illegali aumenta nuovamente».

«L'Italia non rispetta i patti»
Platter ha attaccato duramente il ministro dell'Interno Angelino Alfano, accusato di non aver rispettato i patti: «Erano serie le promesse da parte del ministero degli Interni italiano di effettuare i controlli sui migranti oppure uno stratagemma per impedire l'attivazione del management austriaco al confine del Brennero?», domanda il governatore. Alla vigilia del voto austriaco, Platter getta benzina sul fuoco e riaccende i riflettori sul confine italo-austriaco sostenendo che l'Austria osserva con molta attenzione la situazione al Brennero e i flussi migratori. «Mi sta a cuore l'efficacia dei controlli promessi dall'Italia», dice, sottolineando che la buona riuscita del piano «dipenderà in modo decisivo dagli interventi a sud del Brennero», scaricando così tutte le responsabilità sull'Italia. 

Controlli italiani intensificati dal 1° maggio
A rispondere in modo netto, oltre alle parole del premier, anche i numeri della questura: dal 24 maggio altri venticinque militari saranno impiegati sul Brennero per l'intensificazione dei controlli, già aumentati dal primo maggio scorso. 24 ore su 24, le forze dell'ordine italiane sono impegnate nella ricognizione di strade e treni diretti in Austria. Inoltre la zona è battuta oltre che dalla polizia italiana, anche da quella austriaca e tedesca. A smorzare il clima di tensione è il governatore altoatesino Arno Kompatscher, che si mette nelle vesti di mediatore e cerca di far ragionare i Paesi coinvolti. Secondo Kompatscher per affrontare la questione del Brennero sarebbe opportuno «un clima di buona collaborazione e fiducia, che tradizionalmente caratterizza i rapporti tra l'Italia e l'Austria». Qualora dovessero rendersi necessari degli aggiustamenti dei controlli, questi andrebbero concordati «senza azioni unilaterali, che non portano da nessuna parte».