25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Ritiro spirituale della Curia ad Ariccia

Padre Ronchi: Ciò che ferisce i fedeli è l'attaccamento dei preti al denaro

Padre Ermes Ronchi, in occasione degli esercizi spirituali ad Ariccia, ricorda alla Curia romana che la Chiesa deve essere trasparente sui beni che possiede

Esercizi spirituali della Curia romana fuori dal Vaticano
Esercizi spirituali della Curia romana fuori dal Vaticano Foto: Shutterstock

CITTA' DEL VATICANO - Il Santo Padre e la Curia Romana hanno trascorso un tempo ad Ariccia, per degli esercizi spirituali. Il tema della trasparenza dei beni della Chiesa e la più ampia questione della lotta alla fame e contro lo spreco di cibo sono stati due punti chiave della sesta meditazione degli esercizi spirituali della Quaresima, che padre Ermes Ronchi sta predicando a Papa Francesco e alla Curia Romana ad Ariccia.

Il pane condiviso rende felici
«Ciò che ferisce di più il popolo cristiano - ha osservato padre Ronchi a quanto riferito dalla Radio vaticana - è l'attaccamento del clero al denaro», mentre «ciò che lo fa felice è il pane condiviso». Quando non si ha, nota padre Ronchi, si cerca di trattenere, come quegli Ordini religiosi che provano a gestire i beni come se ciò potesse produrre quella sicurezza erosa dalla crisi delle vocazioni. Invece, la logica di Gesù è quella del dono.

Amare significa dare
«Amare» nel Vangelo si traduce in un verbo asciutto: «dare». Il miracolo della moltiplicazione dice questo, che Gesù "non bada alla quantità" del pane, ciò che vuole è che quel pane sia condiviso: «Secondo una misteriosa regola divina: quando il mio pane diventa il nostro pane, allora anche il poco diventa sufficiente. E invece, la fame comincia quando io tengo stretto il mio pane per me, quando l'Occidente sazio tiene stretto il suo pane, i suoi pesci, i suoi beni per sé, sfamare la terra, tutta la terra, è possibile, c'è pane in abbondanza. Non occorre moltiplicarlo, basta distribuirlo, a cominciare da noi. Non servono moltiplicazioni prodigiose, ma battere il Golia dell'egoismo, dello spreco del cibo e dell'accumulo di pochi».