19 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Manifestazione il 5 marzo

Associazioni LGBT in piazza a Roma per il ddl Cirinnà

«Pretendiamo che le forze che sostengono questa legge la votino». Così il movimento di lesbiche, gay, bisessuali e transgender annuncia una grossa mobilitazione per pretendere che si approvi il ddl Cirinnà, senza modifiche

ROMA - Le associazioni LGBT italiane (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) scenderanno in piazza il 5 marzo, a Roma, per il ddl Cirinnà sulle unioni civili.

Uguaglianza
«Il movimento LGBTI - si legge in un comunicato del Gay Center - invita la società civile, laica e democratica a unirsi in una grande manifestazione a Roma sabato 5 marzo, per ribadire le istanze di uguaglianza oggi messe in gioco con toni inaccettabili nella discussione sulle unioni civili che sta avendo luogo a Palazzo Madama, dove dal 24 febbraio proseguirà il nostro presidio. Pretendiamo che le forze politiche in campo, partiti, senatori, senatrici, che sostengono questa legge, votino la proposta in discussione nella sua interezza».

Rifiuto dell'eliminazione stepchild adoption
«Rispediamo al mittente - prosegue la nota - qualunque scusa su regolamenti e procedure, perché è evidente che sia possibile un voto trasversale che coinvolga tutte le forze parlamentari in grado di condurre all'approvazione delle unioni civili, consapevoli che sono per noi solo una risposta parziale alle nostre rivendicazioni. Ribadiamo ogni rifiuto di qualsiasi ipotesi di eliminazione della stepchild adoption e riteniamo disumano che un provvedimento che riguarda la tutela della parte più fragile della società, i bambini e le bambine, possa essere pretestuosamente strumentalizzato per ostacolare una legge attesa da oltre 30 anni da milioni di persone, coppie omosessuali, con e senza figli, coppie eterosessuali conviventi».

Non c'è più tempo
«Non c'è più tempo - concludono le associazioni LGBT -: i diritti civili sono diritti umani ed esulano da qualsiasi logica di maggioranza e da qualsiasi sondaggio d'opinione. Sta adesso alle singole forze politiche e ai singoli parlamentari scegliere da che parte della storia schierarsi».


(con fonte Askanews)