20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
due milioni di nuovi poveri

Roma, i sindacati denunciano i numeri della crisi della Capitale

Tra le proposte presentate dalle sigle sindacali, quella di attualizzare il protocollo con la Regione Lazio

ROMA - Quasi due milioni di nuovi poveri, tra i quali 330mila disoccupati, 450mila lavoratori con contratti precari a meno di mille euro al mese, 50mila cassintegrati e 800mila pensionati che vivono con meno di mille euro al mese, mentre 210mila giovani sono talmente scoraggiati dalle prospettive lavorative che non studiano e non lavorano: sono i numeri della crisi di Roma e del Lazio presentati questa mattina davanti al Colosseo da Cgil, Cisl e Uil, che hanno aperto una simbolica busta con le proprie denunce indirizzata ai decisori, alle istituzioni e ai datori di lavoro della Regione.

I sindacati: Vogliamo raccontare la verità
«Siamo qui perché vogliamo provare a raccontare la crisi reale, vissuta, rispetto a quella che viene raccontata da tante istituzioni a partire dal governo nazionale a quelle locali», ha spiegato Claudio Di Berardino, segretario di Cgil Roma e Lazio, che ha sottolineato: «La crisi che vivono le famiglie è fatta di tante aziende nel nostro territorio chiuse, lavoratori in cassa integrazione, disoccupati, precari, giovani scoraggiati. Questa iniziativa serve quindi a dire non vi distraete, non accontentiamoci dello 0 virgola qualcosa di ripresa, perché abbiamo perso nel Lazio oltre 5 punti di prodotto interno lordo dal 2009 ad oggi». La lettera di oggi, ha continuato Di Berardino "è indirizzata alla Regione, all'Anci, ai Comuni, alle imprese bisogna lavorare per trovare una risposta».

Basta con le favole e le chiacchiere di Zingaretti
«Vediamo un'Italia rappresentata dal presidente del Consiglio, di Zingaretti e dalla politica in generale come un'Italia che corre e dove va tutto bene - ha continuato il segretario di Uil Roma e Lazio Alberto Civica - Ci sembrano tutte chiacchiere. Sembra che incontriamo solo noi quelli che vengono licenziati, cassaintegrati, le aziende in crisi, chi ha problemi con la sanità e non riesce ad avere le giuste prestazioni. Ci sono due mondi, due realtà: una virtuale che raccontano loro e una reale, quella con cui noi combattiamo tutti i giorni».

Non ci sono i presupposti per vincere la crisi
Allo stato attuale, come sindacati «non vediamo grandi presupposti per uscire dalla crisi», ha denunciato Andrea Cuccello, segretario Cisl Lazio, ricordando che «l'Istat prima di Natale ha pubblicato dei dati sullo sviluppo del Lazio nei quali intravedeva un miglioramento ma con numeri millesimali». E «la Regione è entrata in un tunnel nel 2008 e da allora abbiamo perso 80 miliardi di euro di Pil, le famiglie hanno perso potere d'acquisto, le aziende continuano a chiudere e non abbiamo visto decisioni anticicliche da parte della politica regionale e nazionale. Siamo qui per aprire una discussione forte sulle possibili soluzioni alle quali come Cgil Cisl e Uil siamo pronti a dare il nostro contributo».

Bisogna rivedere l'Irpef
Le soluzioni proposte dai rappresentanti dei lavoratori «sono sempre le stesse - ha spiegato Civica - se non si investono risorse, non ci sarà nuova occupazione, se non si fanno investimenti. Questa teoria per cui diminuendo i diritti e diminuendo il costo del lavoro i posti di lavoro si creano da soli, é una teoria che ha dimostrato tutto il suo fallimento». Per questo, ha concluso Di Berardino «bisogna subito definire una attualizzazione, una fattibilità del protocollo che avevamo sottoscritto con la Regione su sviluppo e occupazione, mettere insieme fondi europei, statali e regionali per sbloccare le opere. Bisogna, inoltre, rivedere tutta l'irpef definendola in modo equo e progressivo e infine servono i patti anti-evasione e la contrattazione sociale». (Fonte Askanews)