19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Il discorso di fine anno del Presidente

Lavoro, evasione, immigrati: gli auguri di Mattarella agli italiani

Dalla disoccupazione alle famiglie in difficoltà, dalla lotta al terrorismo all'immigrazione, dal rispetto delle regole al Giubileo, il Capo dello Stato non entra nelle beghe politiche, ma fa una sorta di bilancio dell'anno appena trascorso.

ROMA - Lavoro, terrorismo, inquinamento ambientale, ma anche immigrazione, l'evasione fiscale e la legalità. Sono i temi al centro del primo discorso di fine anno che Sergio Mattarella ha rivolto agli italiani.

Il presidente della Repubblica ha cambiato la location del suo discorso e scelto un linguaggio il più possibile diretto e colloquiale per dare una parola di conforto e di speranza a tutti gli italiani sulle questioni che più li preoccupano e gli stanno a cuore. «L'occupazione è tornata a crescere. Ma questo dato positivo, che pure dà fiducia, l'uscita dalla recessione economica e la ripresa non pongono ancora termine alle difficoltà quotidiane di tante persone e di tante famiglie» perchè «il lavoro manca ancora a troppi dei nostri giovani», ha esordito il capo dello Stato.

Il terrorismo «di matrice islamista» ci vuole impaurire e condizionare, ha aggiunto «non glielo permetteremo - ha esortato -. Difenderemo le conquiste della nostra civiltà e la libertà delle nostre scelte di vita».

L'inquinamento «specialmente nelle grandi città» è un problema «concreto e centrale». Mi auguro «che lo si affronti con un comune impegno da parte di tutti», ha detto ancora il Presidente della Repubblica invitando tutti a fare la propria parte per la difesa del territorio e per evitare gli sprechi: «Molto della qualità della nostra vita dipende dalla raccolta differenziata dei rifiuti e dal rispetto dei beni comuni. Non dobbiamo rassegnarci alla società dello spreco e del consumo distruttivo di cibo, di acqua, di energia».

Ma certo le istituzioni devono fare la loro parte: «Si può chiedere ai cittadini di limitare l'uso delle auto private, ma, naturalmente, il trasporto pubblico deve essere efficiente. E purtroppo non dovunque è così». Sull'immigrazione serve accoglienza e rigore: Mattarella ha ricordato quanti immigrati oggi contribuiscano a migliorare la nostra vita con il loro lavoro e le tasse che pagano, ma vanno aiutati ad integrarsi. «Larghissima parte degli immigrati rispetta le nostre leggi, lavora onestamente e con impegno, contribuisce al nostro benessere e contribuisce anche al nostro sistema previdenziale, versando alle casse dello Stato più di quanto ne riceva». Ma questo non significa che si debba dimenticare il rispetto della legge: «Quegli immigrati che, invece, commettono reati devono essere fermati e puniti, come del resto avviene per gli italiani che delinquono. Quelli che sono pericolosi vanno espulsi».

Il richiamo più severo di Mattarella è quello contro l'evasione fiscale: «122 miliardi di euro. 122 miliardi» - ha ripetuto - «Vuol dire 7 punti e mezzo di PIL» con i quali si potrebbero creare «oltre trecentomila posti di lavoro: gli evasori danneggiano la comunità nazionale e danneggiano i cittadini onesti. Le tasse e le imposte sarebbero decisamente più basse se tutti le pagassero».

Infine la legalità: «La quasi totalità dei nostri concittadini crede nell'onestà. Pretende correttezza. La esige da chi governa, ad ogni livello; e chiede trasparenza e sobrietà». Il capo dello Stato ha voluto anche ringraziare il Papa per il suo messaggio che invita «alla convivenza pacifica fra i popoli» e ha reso un omaggio ad alcune donne che rappresentano l'emblema dell'Italia positiva che può farcela e che è un esempio per tutti: «Fabiola Gianotti, che domani assumerà la direzione del Cern, Samantha Cristoforetti, che abbiamo seguito con affetto nello spazio, e Nicole Orlando, l'altelta paralimpica che ha vinto quattro medaglio d'oro. Nominando loro rivolgo un pensiero di riconoscenza a tutte le donne italiane - ha detto il presidente della Repubblica -. Fanno fronte a impegni molteplici e tanti compiti, e devono fare ancora i conti con pregiudizi e arretratezze».

(con fonte Askanews)