28 agosto 2025
Aggiornato 03:30
L'omicidio lo scorso 29 settembre

Omicidio sul Tevere: 23enne pestato e gettato in acqua

Il cadavere del giovane polacco venne ripescato all'alba del 29 settembre scorso. Le indagini hanno portato all'individuazione e all'arresto dei responsabili, che avrebbero agito per motivi passionali

ROMA – Si è trattato di un omicidio e non di un incidente: Tomasz Mateujz Perkowski, cittadino polacco di 23 anni in Italia senza fissa dimora, ripescato nel Tevere senza vita lo scorso 29 settembre è stato ammazzato. L'esame autoptico eseguito sul cadavere ha palesato che le lesioni presenti sul corpo erano da ricondurre ad una probabile azione dolosa e non provocate da circostanze o cause accidentali, lasciando ipotizzare che il giovane potesse essere stato vittima di percosse. Sul volto del giovane c'erano infatti segni sul volto compatibili con una caduta ma anche possibili violenze.

Le indagini
Le indagini hanno portato gli inquirenti ad indagare più a fondo, fino a rilevare sulla banchina tracce di sangue. Percorrendo a ritroso il greto del fiume Tevere hanno individuato il luogo dell’aggressione nei pressi del ponte Vittorio Emanuele II lato Lungotevere dei Fiorentini, dove sono state rinvenute in terra tracce di sostanze ematiche e di altro genere. Gli Agenti di polizia hanno investigato nell'ambiente dei clochard romani, fino ad individuare i colpevoli. In un primo momento sarebbero state individuate le persone responsabili dell’aggressione due cittadini polacchi, Lukasz Pajak di 31 anni e Barbara Krystyna Dudka di 43 anni, i quali sono stati sottoposti a Fermo, poichè  gravemente sospettati di essere coinvolti nell’azione delittuosa in argomento.

L'arresto del colpevole
In collaborazione con gli agenti Squadra Mobile, le indagini sono servite a rintracciare il vero autore del pestaggio, individuato nel cittadino lituano Viktoras Lihachovic 31enne, compagno della Dudka, il quale si era allontanato dal territorio della Capitale subito dopo aver commesso il fatto. Dopo essere fuggito prima in Francia e poi a Milano, l'uomo è tornato a Roma dove è stato sottoposto a fermo del Pubblico ministero. L’uomo in sede di interrogatorio dinnanzi al Pm ha confessato, confermando quanto emerso dalle indagini, quindi di essere l’autore del pestaggio della vittima. Il movente che avrebbe determinato l’efferato delitto sarebbe riconducibile ad una lite scaturita per motivi di gelosia.