7 settembre 2024
Aggiornato 19:30
Cosa succederà?

Marino ritira le dimissioni: Ecco gli scenari possibili

Ignazio Marino aveva presentato le dimissioni lo scorso 12 ottobre. Venti i giorni previsti prima delle dimissioni definitive, che sarebbero avvenute quindi il prossimo 2 novembre. Il sindaco, però, ci ripensa: che cosa accadrà adesso?

ROMA - Ora che Ignazio Marino ha firmato la lettera con cui ritira le dimissioni da sindaco di Roma presentate lo scorso 12 ottobre sono tre gli scenari possibili per risolvere la situazione di stallo venutasi a creare nella Capitale.

Il primo scenario
Il primo scenario: i consiglieri possono presentare le dimissioni, ma per far cadere la consiliatura servono le dimissioni contestuali della maggioranza più uno dei consiglieri, quindi 25. E devono andare in 25 all'ufficio del protocollo ed essere fisicamente presenti mentre le dimissioni vengono protocollate. I consiglieri Pd in Campidoglio sono 19, servono quindi le dimissioni di consiglieri appartenenti ad altri gruppi consiliari.

Il secondo scenario
Il secondo scenario: i due quinti dei consiglieri, quindi 19 consiglieri, firmano una mozione di sfiducia e chiedono la convocazione dell'aula alla presidente Valeria Baglio per la discussione generale e il voto. La Baglio, tuttavia, quando le arriva la richiesta, deve convocare i capigruppo, poi deve convocare la seduta dopo 10 giorni dalla capigruppo. Inoltre, affinché sia approvata, la mozione di sfiducia deve ottenere il voto della maggioranza più uno dei consiglieri, quindi 25. Anche in questo caso da soli i consiglieri Pd non bastano.

Il terzo scenario
Ultimo scenario: il sindaco chiede alla presidente Baglio una convocazione urgente dell'aula, e questa dovrebbe essere concessa entro due-tre giorni. Questa opzione non dà il tempo di presentare la mozione di sfiducia.