Maker Faire: che successo! Quello che dovete sapere se non ci siete stati
Robot, droni acquatici, orti domestici per monolocali, stampanti 3D capaci di creare ogni genere di prodotti. Questo e tanto altro nella fiera che ha rapito il cuore dei romani
ROMA - Si è svolta lo scorso weekend nella Capitale, all'interno dell'Università di Roma La Sapienza, la più grande fiera dell'innovazione digitale, che ha chiamato a raccolta gli inventori di ogni parte del mondo. L'evento ha riscosso molto successo. E voi ci siete stati?
100mila ingressi nel weekend
Robot, droni acquatici, orti domestici per monolocali, stampanti 3D capaci di creare ogni genere di prodotti. Questo e tanto altro nella fiera che ha rapito il cuore dei romani. Maker Faire, la fiera dell'innovazione digitale, ha avuto un grande successo nella Capitale e ha chiamato a raccolta negli spazi dell'Università La Sapienza inventori provenienti da ogni parte del mondo: nel cortile e nelle aule della città universitaria da venerdì scorso fino a ieri sera sono state esposte oltre 700 invenzioni, in 600 stand per 15 mila mq di spazi espositivi. La kermesse promossa dalla Camera di Commercio di Roma ha raggiunto numeri record: oltre 100 mila ingressi.
Le novità più interessanti
A prendere d'assalto gli stand soprattutto studenti, giovani coppie e famiglie con bambini, semplici curiosi ma anche numerosi imprenditori alla ricerca dell'idea giusta sulla quale investire. Tra le novità di questa edizione numerose invenzioni come l'abito musicale, la cuccia demotica, l'orto domestico per monolocale, il primo telefono per sordociechi, le scarpe salva-vita, un orchestra interamente robotica. Secondo lo studio della Fondazione Nord Est e Prometeia robotica, stampanti e scanner 3D possono generare un valore della produzione di 8,6 miliardi e 39mila nuovi posti di lavoro l'anno. «Molti imprenditori sono venuti a vedere i prodotti - ha detto il presidente della Camera di Commercio di Roma, Lorenzo Tagliavanti -. Già oggi molte invenzioni sono diventate prodotto: non si parla più di innovazione ma di applicazione».