23 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Fabio Rampelli contro il sindaco

Roma, FdI: Querela a Marino, non siamo noi i mafiosi

Il sindaco Ignazio Marino in risposta ad una protesta nei suoi confronti messa in piedi da alcuni esponenti di Fratelli d'Italia afferma «Voi rappresentate la mafia». Il partito di Giorgia Meloni annuncia la querela

ROMA - Fratelli d'Italia non ci sta e risponde al sindaco Ignazio Marino querelandolo per quelle frasi sulla mafia pronunciate nei giorni scorsi a Tor Sapienza. Ad annunciarlo è il capogruppo di Fratelli D'Italia alla Camera dei Deputati, Fabio Rampelli, che, ospite della trasmissione di Radio Cusano punta il dito contro il primo cittadino. 

«Non siamo noi quelli indagati»
E' stato in occasione della presentazione della Prenestina Bis che il sindaco Marino si rivolgeva ai contestatori presenti all'evento - in buona parte composti da esponenti di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale - chiamandoli mafiosi: «Voi rappresentate la mafia», diceva Ignazio Marino in risposta alle proteste. Rampelli si difende e difende il partito, che non avrebbe nulla a che vedere con i fatti di Mafia Capitale. «Fratelli d'Italia è un partito nato nel 2013 e non ha nulla a che fare con l'inchiesta Mafia capitale - afferma Rampelli -. Ricordo che molti sono gli amministratori comunali indagati, la maggior parte del Pd, partito di Ignazio Marino. Per questo Marino, sarà querelato per aver accusato FDI AN di mafia. Calunnia inaccettabile. Ogni volta che Marino subisce una contestazione parte con l'accusa di mafiosità, pensando d'intimidirci e di ridurci al silenzio. Non accadrà. Accadrà invece che dovrà difendersi in tribunale dalle sue accuse, abbiamo querelato Marino».

La questione del Colosseo
Il dissenso nei confronti del sindaco e della sua amministrazione, però, non si ferma all'episodio di Tor Sapienza, ma tocca anche gli ultimi fatti di cronaca, relativi allo sciopero dei dipendenti del Colosseo. «Il Colosseo cuba 50 milioni di incassi l'anno - spiega il capogruppo alla Camera di Fdi -. Nessuno sa che oltre la metà di questa cifra finisce nelle casse di una cooperativa rossa che dal 98, anno in cui avrebbe vinto una gara, sta in regime di prorogatio esattamente come le cooperative di Buzzi. Oggi sottoporrò la cosa al Ministro Franceschini. Questa coop in proroga dal 98 incassa oltre la metà di questi 50 milioni mentre i custodi, che da soli dovrebbero mandare avanti il Colosseo, sono 7, per oltre un milione di visitatori l'anno. La cooperativa si porta a casa circa 27 milioni di euro l'anno. Questi soldi potrebbero andare agli italiani e invece vanno a un soggetto privato. Un soggetto privato dovrebbe intervenire dove c'è meno circuito, dove c'è meno mercato».