26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Il Tribunale e l'ingiunzione

Il Comune saldi i 2 milioni al Consorzio Viale Cortina d'Ampezzo

«Nel dettaglio, dal 2012 il Comune di Roma Capitale ha smesso di erogare il contributo obbligatorio che la legge prevede debba versare al Consorzio per l'attività che esso svolge nel comprensorio e che sostituisce, di fatto, quella comunale», questo spiega il Consorzio

ROMA (askanews) - Il Tribunale ordinario di Roma ha formalmente ingiunto all'amministrazione di Roma Capitale, con un decreto a firma del giudice dottor Pietro Persico, di saldare un debito di 2 milioni di euro (su oltre 3,7 milioni complessivi di pendenza comunale) al Consorzio Stradale di Viale Cortina d'Ampezzo e diramazioni, nel XV Municipio.

Da anni Roma Capitale omette versamenti
Roma Capitale, spiega il Consorzio, «da anni omette i versamenti che, per legge, deve effettuare al Consorzio Stradale Viale Cortina d'Ampezzo e diramazioni, il più grande di Roma Capitale, a Monte Mario, tra il Trionfale e la Cassia, con circa 5 mila consorziati, dove vivono oltre 25 mila persone e sono presenti pure diverse ambasciate e relative residenze. Nel dettaglio, dal 2012 il Comune di Roma Capitale ha smesso di erogare il contributo obbligatorio che la legge prevede debba versare al Consorzio per l'attività che esso svolge nel comprensorio e che sostituisce, di fatto, quella comunale. Da qui la richiesta di un provvedimento di ingiunzione concesso con la provvisoria esecuzione, dopo che tutte le vie bonarie sono state invano perseguite anche attraverso ben 31 differenti contatti nell'organizzazione capitolina. Il Tar Lazio ha già annullato tre consecutive delibere capitoline con cui il Campidoglio si auto-riduceva la quota di versamento di sua spettanza, con condanna dell'Amministrazione al pagamento delle spese processuali».

Il Consorzio per il recupero del credito
Il legale del Consorzio, avvocato Francesca Beccaria, forte dell'ingiunzione, ha già fatto sapere che «se non ci sarà il pagamento del debito il Consorzio procederà con ogni mezzo per il recupero del credito». In particolare, il giudice ha ingiunto a Roma Capitale «di pagare, senza dilazione, alla parte ricorrente, per le causali di cui al ricorso: la somma di 1.933.817,00. di euro", cui si aggiungono "gli interessi legali come da domanda», nonché «le spese di questa procedura di ingiunzione, liquidate in 5.000,00 euro per compenso e 870,00 euro per esborsi, oltre Iva e Cpa come per legge», è scritto nel dispositivo, che «autorizza, in assenza del pagamento immediato, la provvisoria esecuzione del presente decreto». Il Campidoglio ha ora 40 giorni per fare opposizione al decreto.

Il pessimo stato manutentivo e conservativo della città
«A nulla sono valsi gli innumerevoli incontri a tutti i livelli tecnici, amministrativi, dipartimentali e anche politici e i chiarimenti forniti in merito alla obbligatorietà della contribuzione e sulle norme che regolano i Consorzi stradali», ha detto Carlo Di Paola, presidente del Consorzio, lamentando che «per questa inadempienza non siamo stati in grado di mantenere gli standard qualitativi massimi offerti negli anni scorsi. Ma, anzi, si è trovato in serie difficoltà economiche e funzionali, facendo così venire meno un chiaro beneficio non solo per i residenti ma per tutto il Municipio». Per questa carenza di risorse, sono rimasti fermi diversi progetti già deliberati di manutenzione, come il rifacimento dei marciapiedi e del manto stradale, spesso peggiorato dalla radici degli alberi, l'adeguamento dell'illuminazione delle 27 strade che compongono il vasto comprensorio, con effetti anche sulla sicurezza delle persone. «Nonostante le difficoltà - ha concluso Di Paola - il Consorzio di Viale Cortina d'Ampezzo continua a rappresentare un chiaro esempio di qualità che mette ancor più in evidenza il pessimo stato manutentivo, conservativo e migliorativo nella quale versa la città».