18 agosto 2025
Aggiornato 07:00
Capo gabinetto di Alemanno e capogruppo Pd in Comune

I contatti di Balini in Campidoglio

Il potere di Balini, secondo il gip Maria Grazia Giammarinaro, gli permette di proseguire nella sua attività delittuosa attraverso «l'utilizzazione della complessa struttura societaria all'uopo creata, ma anche in relazione ai suoi aggancia politici al Comune di Roma, necessari per l'ottenimento di concessioni e atti amministrativi funzionali all'esecuzione del programma criminoso»

ROMA (askanews) - Il «pericolo di reiterazione è particolarmente elevato e non solo in relazione al potere economico del gruppo facente capo a Mauro Balini, esercitato in modo continuativo anche dagli altre tre indagati in qualità di suoi aiutanti/impiegati/prestanome». Lo scrive il gip del tribunale di Roma, Maria Grazia Giammarinaro, chiarendo le esigenze cautelari nei confronti del manager finito oggi in carcere per l'inchiesta sul porto di Ostia ed un crack da 150 milioni di euro. Il «potere» di Balini - continua il giudice - gli «consente di proseguire nella sua attività delittuosa attraverso l'utilizzazione della complessa struttura societaria all'uopo creata, ma anche in relazione ai suoi aggancia politici al Comune di Roma, necessari per l'ottenimento di concessioni e atti amministrativi funzionali all'esecuzione del programma criminoso».

Lucarelli e D'Ausilio
Antonio Lucarelli, già capo gabinetto della segreteria del sindaco Gianni Alemanno; e Francesco D'Ausilio, capogruppo del Partito democratico al Comune di Roma. Sono questi i due contatti ricordati dal gip Giammarinaro in un passaggio dell'ordinanza riguardante Mauro Balini. Per il primo il giudice spiega che lo stesso Balini contattò Lucarelli in occasione di un esposto che causò la sospensione dell'iter burocratico per la conclusione del procedimento relativo all'ampliamento del Porto di Ostia». In tal senso il gip ricorda una intercettazione risalente al 2013.

L'intenzione di denunciare Marino
Per quanto riguarda D'Ausilio il gip sottolinea come «Balini comunica in tono minaccioso l'intenzione di denunciare il sindaco Marino. D'Ausilio manifesta altresì preoccupazione per le possibili ripercussioni sul presidente della Regione Lazio Zingaretti, e promette di intervenire. A seguito dell'intervento di D'Ausilio, viene richiesta dal sindaco una relazione sull'episodio, e la Esposito invia dopo appena una settimana una lettera di rettifica». Mauro Balini, il catamarano 'Ocean Pearl' e la segreteria dell'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Un passaggio dell'ordinanza che riguarda il manager finito in carcere per l'inchiesta sul porto di Ostia, delinea la proprietà dell'imbarcazione e fa ricordare i rapporti istituzionali che l'imprenditore aveva. «A causa di una mareggiata l'imbarcazione - racconta il giudice - subì a un certo punto dei danni e fu rimorchiata nel porto di Lipari per le riparazioni. In questa occasione Balini telefonò ad Antonio Lucarelli, capo segreteria dell'allora sindaco Alemanno, allo scopo di evitare che il catamarano fosse trattenuto nel porto dalla Capitaneria; in quella occasione Balini dettò per telefono i dati esatti dell'imbarcazione, corrispondente per l'appunto al catamarano per il quale era stato stipulato il contratto di leasing parzialmente pagato con i fondi dell'Ati».