28 agosto 2025
Aggiornato 01:00
E' guerra fra governo e regioni sugli immigrati

L'Isis punta a destabilizzare l’Italia

Gli sbarchi continuano senza sosta e a metà anno è stato già battuto il record del 2014. Renzi continua ad invocare la solidarietà di una Europa che ha già dimostrato di essere sorda ad ogni richiamo. Intanto l’Italia è investita da uno scontro istituzionale senza precedenti

ROMA - Le guerre non si vincono solo con le armi. Spesso il primo obiettivo da raggiungere per conseguire la vittoria è destabilizzare il nemico. Da questo punto di vista l’Isis sta ottenendo in Italia un successo le cui conseguenze sono inimmaginabili. La ripartizione sul territorio degli immigrati sbarcati in queste ultime settimane sulle nostre spiagge ha infatti aperto la strada ad un conflitto istituzionale che può far male al Paese quanto la deflagrazione di una bomba.

MARONI SI RIBELLA - La vicenda è così riassumibile. Il Governatore della Lombardia, Roberto Maroni, non ci sta ad ingolfare il territorio sotto la sua giurisdizione di altre migliaia di immigrati. Ma non è solo, al suo appello alla ribellione nei confronti delle scelte del governo hanno immediatamente risposto i due governatori di Veneto e Liguria. «Se qualche comune della Lombardia si prenderà in casa gli immigrati, la Regione, come ritorsione, non gli farà più arrivare un euro dei trasferimenti che gli spettano», minaccia Maroni. Lo può fare? Già è partita la controreplica di alcuni istituzionalisti, i quali sostengono che il problema dell’’immigrazione non rientra nelle competenze delle Regioni. Staremo a vedere con quanta abilità i nostri soloni riusciranno a spaccare il capello della legge. Per ora di certo c’è che sarebbe da pazzi ritenere che una invasione come quella che è cominciata con le condizioni del mare più favorevoli possa essere risolta da qualche cavillo giuridico.

SOLIDARIETÀ A SENSO UNICO - «Non possiamo invocare con l’Europa la solidarietà se le prime a tirarsi indietro sono le nostre Regioni», è la tesi sostenuta da Matteo Renzi. L’affermazione del Presidente del Consiglio sarebbe accettabile, in via di principio, se non contenesse due errori macroscopici: il primo di natura temporale, il secondo di natura lessicale. In quanto ai tempi Renzi parla infatti come se il rifiuto dell’Europa non fosse già un dato di fatto, con tanto di cifre che non vanno al di là delle 24 mila accoglienze in due anni, sempre che si tratti di rifugiati politici eritrei o siriani. In quanto al lessico, usare ancora la parola «solidarietà» di fronte al muro elevato da paesi come la Francia e la Polonia vuol dire battersi per ottenere qualche spicciolo in più quando si è ormai travolti dalla bancarotta.

UNA BOMBA AFFIDATA AI NUMERI - Quello che si è capito bene è che l’ Europa non ha alcuna intenzione di accollarsi una parte del fardello che grava sulle spalle italiane e che l’Isis ha ben capito come sfruttare questa inconsistenza dell’Unione. Il Califfato, grazie a questa cecità degli europei, può infatti riuscire a destabilizzare quella testa di ponte geografica utile ai suoi obiettivi che si chiama Italia senza nemmeno rischiare i suoi uomini sui barconi: gli basta giocare sui numeri. Intanto i numeri dimostrano che c’è qualcuno che questi viaggi li finanzia. Altrimenti non si spiegherebbe come una tale moltitudine di immigrati possa essere in grado di sborsare le migliaia di dollari che, a quanto si dice, gli scafisti pretendono per traghettare donne, uomini e bambini dalla Libia all’Italia.

UN ESODO PAGATO DALL’ISIS? - Spedito questo esodo biblico sulla prima sponda europea, saranno ancora i numeri a giocare a favore dell’Isis. Quante migliaia, centinaia di migliaia di immigrati, l’Italia è in grado ancora di accogliere senza scoppiare? Non è solo una questione di soldi. Sebbene di soldi ne ballino tanti. Sebbene si parli di un business di circa un miliardo quello sul quale hanno messo le mani le varie cupole sull’esempio di mafia capitale. Mettiamo pure che l’Europa si convinca, perlomeno, a metterci un bel po’ di quattrini. Mettiamo pure che si continui a chiudere gli occhi sul moltiplicatore di criminalità che si portano dietro quei 40 euro al giorno a migrante che lo Stato italiano paga. Si potrà fare di tutto per non vedere, ma alla fine non si potranno comunque evitare le conseguenze di avere ammassato migliaia e miglia di uomini in centri di accoglienza che, senza alcuna possibilità di offrire a questa gente lavoro e futuro, con il tempo saranno percepiti inevitabilmente come prigioni.

A SCUOLA DI TERRORISMO - Quanto potranno resistere ammassati, sfamati, ma affossati dall’inedia, le migliaia di uomini e donne che quotidianamente vengono traghettati in Italia? Nel giro di sei mesi, di un anno, di due, questi centri di accoglienza si tramuteranno in bombe pronte ad esplodere nelle nostre città e nei nostri paesi. Con la Germania e la Francia che hanno già chiuso le frontiere agli immigrati in fuga dalla penisola, e con i clandestini già rinviati al mittente, senza più la valvola di scarico dei treni diretti nel nord Europa, l’Isis non avrà alcun bisogno di traghettare i suoi terroristi in Italia, saremo noi a coltivarceli in casa.