25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
«Obama e Renzi sapevano»

Il padre di Lo Porto: l'Aula semivuota, mi sono vergognato di essere italiano

Il padre di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ostaggio in Pakistan ucciso per errore dal fuoco amico Usa, parlando dell'aula semi-vuota della Camera nel giorno dell'informativa del Governo sulla tragica morte di suo figlio ha affermato di essersi vergognato dell'indifferenza dei parlamentari: «Mio figlio era un tesoro. Vive per gli altri».

ROMA (askanews) - «È come se quei signori avessero detto: 'A noi non ce ne frega niente. È morto? Pazienza. Ne muoiono tanti'. Mi hanno fatto vergognare di essere italiano». Lo ho detto il padre di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano ostaggio in Pakistan ucciso per errore dal fuoco amico Usa, parlando dell'aula semi-vuota della Camera nel giorno dell'informativa del Governo sulla tragica morte di suo figlio. «Mio figlio - ha sottolineato in una intervista a il Fatto Quotidiano Vito Lo Porto - era un tesoro. Non lo dico da padre: può chiedere a chiunque. Le risponderanno tutti allo stesso modo. Viveva per gli altri. Non si meritava uno spettacolo del genere».

Renzi e Obama sapevano e ridevano
Vito Lo Porto, da anni separato dalla moglie che ha ricevuto la telefonata del premier Matteo Renzi, ne ha anche per palazzo Chigi e per la Casa Bianca. «Io con Renzi - ha riferito - non c'ho mai parlato. Forse ha telefonato alla mia famiglia ma non lo so. E a questo punto non mi interessa nemmeno. Non credo che Renzi avrà mai la sensibilità di chiamare o venirmi a trovare a Pistoia. Però mi sembra impossibile che lui e Obama non sapessero che mio figlio fosse morto. Sono convinto che ne fossero a conoscenza entrambi e che abbiano deciso di fingere di non sapere, con un tacito accordo. Probabilmente hanno voluto prendere tempo.attori, sanno fare la loro parte. Sorridevano come due fratellini. È una mancanza di rispetto, ma non sono sorpreso».

Renzi, il bambino viziato
«Renzi - ha proseguito il padre del cooperante italiano ucciso - mi dà l'idea di un fanciullo, un bimbo un po' viziato, che ama giocare. Spero davvero che non lo sapesse, non voglio credere che non riesca a rispettare una tragedia familiare.Ma ripeto: non ho mai avuto il piacere di parlare col signor Renzi.A dicembre ci hanno detto di stare tranquilli, che qualcosa si stava muovendo. Poi più nulla. Ora ci dicono che sarebbe morto a gennaio. Noi l'abbiamo saputo solo giovedì. Tutto qui. Non so nient'altro su quello che è successo. Solo che mi sembra impossibile che l'uomo più potente del mondo non ne fosse a conoscenza. E che non ne abbia parlato con il nostro presidente del Consiglio. A questo punto non è importante. Quel che è fatto, è fatto: mio figlio non tornerà indietro. Spero solo che riportino a casa il suo corpo».

Cosa resta di Giovanni
A quest'ultimo proposito, «pare che l'abbiano riconosciuto attraverso il dna. Quindi - ha sottolineato Vito Lo Porto - dovranno pur avere qualcosa di suo. Per il resto, ripeto, io non so niente. Ho solo domande. Come hanno ottenuto questo dna? Cosa rimane di mio figlio? Hanno il suo corpo? Il presidente degli Stati Uniti si è impegnato solennemente a far tornare la sua salma in Italia. Io gli chiedo solo questo, non voglio altro. Abbiamo ascoltato le sue scuse, le accettiamo. Ora ci restituiscano il suo corpo. Non vogliamo soldi, risarcimenti o altro. Facciano tornare Giancarlo. In ogni modo, anche a pezzi. Voglio solo piangere su quello che rimane di mio figlio».