29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
In corso, la revisione dei protocolli in caso di rapimento all'estero

Usa, non sarà più vietato il pagamento dei riscatti?

L'Amministrazione statunitense non dovrebbe cercare di impedire alle famiglie degli ostaggi americani di pagare il riscatto chiesto dai sequestratori: è quanto raccomanda un gruppo di esperti commissionati dalla Casa Bianca per rivedere i protocolli in vigore in caso di rapimento all'estero.

WASHINGTON (askanews) - L'Amministrazione statunitense non dovrebbe cercare di impedire alle famiglie degli ostaggi americani di pagare il riscatto chiesto dai sequestratori: è quanto raccomanda un gruppo di esperti commissionati dalla Casa Bianca per rivedere i protocolli in vigore in caso di rapimento all'estero.

Riscatti esclusi
L'Amministrazione ha sempre formalmente escluso che il governo federale possa negoziare il pagamento di un riscatto, ma in base alle nuove raccomandazioni dovrebbe inoltre astenersi da qualsiasi pressione o minaccia nei confronti delle famiglie degli ostaggi.

Anche per James Foley
Come ha ricordato Diane Foley, madre del giornalista James Foley - assassinato nel 2014 dai jihadisti dello Stato Islamico - «per tre volte» l'Amministrazione l'aveva avvertita del fatto che un eventuale pagamento sarebbe stato «illegale» ed avrebbe quindi potuto prevedere delle sanzioni.

Il riscatto pagato per Weinstein non ha sortito l'effetto sperato
Il dibattito si è riaperto dopo la diffusione della notizia della morte di due ostaggi occidentali, tra cui l'italiano Lo Porto, in un raid americano in Pakistan, vicenda che ha spinto l'amministrazione Usa a riconsiderare attentamente il protocollo. Nel 2012, infatti, i rapitori del cooperante americano Warren Weinstein, ucciso lo scorso gennaio in un raid Usa in Pakistan insieme a Giovanni Lo Porto, avevano ricevuto 250.000 dollari per la sua liberazione, che poi non è avvenuta. Lo rivela il Wall Street Journal, citando un intermediario pachistano che avrebbe trattato direttamente con al Qaida per il suo rilascio. Il riscatto per il cittadino americano sarebbe arrivato ai rapitori attraverso una trattativa privata in cui non era coinvolta la Casa Bianca. Gli Stati Uniti hanno sempre dichiarato di non pagare i riscatti per i concittadini rapiti.