29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Funerali di Stato per vittime sparatoria al Tribunale

Cardinale Scola: Giardiello chieda perdono del terribile male

L'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, pronunciata ai funerali di Stato per il giudice Fernando Ciampi e l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, due delle tre vittime della sparatoria di giovedì scorso a palazzo di giustizia a Milano, si è rivolto all'esecutore della strage per chiedere che «prenda consapevolezza del male compiuto».

MILANO (askanews) - «Le vittime innocenti di questo sciagurato pluriomicidia ci chiedono almeno di pregare perché Claudio Giarliello, attraverso la giusta pena espiatoria, prenda consapevolezza del terribile male che ha compiuto fino a chiederne perdono a Dio e agli uomini che ha così brutalmente colpito». Questo uno dei passaggi dell'omelia dell'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, pronunciata ai funerali di Stato che si stanno svolgendo in Duomo per il giudice Fernando Ciampi e l'avvocato Lorenzo Claris Appiani, due delle tre vittime della sparatoria di giovedì scorso a palazzo di giustizia a Milano.

Il peso della responsabilità di educazione civica, morale e religiosa
«Da queste morti - ha detto Scola - deve nascere una maggiore responsabilità di educazione civica, morale e religiosa dal profondo di ogni uomo e ogni donna della nostra metropoli, instancabilmente perseguita da tutte le agenzie educative, dalla famiglia, alla scuola, fino alle istituzioni. Non lasciamo che sulle figure di questi cari - ha proseguito - si spenda la coltre soffocante dell'oblio. Mantenere desta la loro memoria è garanzia di fecondità».

Ripartire dall'amore
Scola ha invitato a non fermarsi «alla comprensibile paura, alla giusta elaborazione di più rigorosi sistemi di sicurezza, a dialettiche, tra loro strumentali tra le parti. Se la morte chiede di essere abbracciata dall'amore - ha chiesto Scola - non abbiamo forse bisogno di fare di questo amore una sorgente di amicizia civica, un incisivo criterio di edificazione di Milano e delle terre lombarde in profonda trasformazione?». È un compito, ha osservato il cardinale, che «deve cominciare dal profondo di ogni uomo e di ogni donna della metropoli» e non solo per chi ricopre cariche istituzionali.