31 luglio 2025
Aggiornato 00:00
Per la LN bisogna spezzare il rapporto politica-coop

Fabbri: la Cpl Concordia spieghi perché ha finanziato la Kyenge

Secondo il capogruppo della Lega Nord emiliana Alan Fabbri, il particolare più inquietante dello scandalo coop rosse riguarda il finanziamento a esponenti del Partito Democratico, come Cecile Kyenge. Un rapporto che, in Emilia Romagna, sembra più generalizzato di quanto si possa pensare. E che va combattuto con più controlli, e abbattendo i privilegi di cui godono le cooperative non meritevoli.

ROMA - «Sia nei casi di corruzione, sia nel caso delle cooperative spurie, le Regioni e lo Stato devono prendere seri provvedimenti». A parlare è Alan Fabbri, capogruppo della Lega Nord per la Regione Emilia Romagna. Le vicende assurte agli onori delle cronache dipingono un sistema cooperativo in balia delle degenerazioni, dove il fine primario, quello socio-mutualistico, si perde sotto una spessa coltre di interessi di ben altro genere. Ma lo «scandalo» più "inquietante", secondo l'esponente del Carroccio, «è che in molti casi le cooperative, come la Cpl Concordia, abbiano finanziato esponenti politici di sinistra come la Kyenge».

FABBRI: SULLE COOP SERVE UNA COMMISSIONE SPECIALE DI INCHIESTA - Fabbri afferma che la Lega ha già richiesto la formazione di una «Commissione Speciale di Inchiesta a livello consiliare, per verificare il funzionamento del sistema cooperativistico emiliano, e da lì partire per fare una riflessione su come comportarci con chi oggi risulta un privilegiato rispetto ad altri tipi di attività». Perché le cooperative, a fronte di una serie di requisiti da rispettare, vantano anche numerosi privilegi, primariamente a livello fiscale. «Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, perché ci sono cooperative che sono una ricchezza importante per il sistema produttivo ed economico emiliano; tuttavia», aggiunge Fabbri, «ci sono casi evidenti di legami molto stretti tra le coop e il sistema politico che governa questa Regione», dichiara.

BASTA PRIVILEGI A CHI NON LI MERITA - Quali privilegi, dunque, eliminare per scongiurare nuove degenerazioni? «Innanzitutto, la fiscalità molto più leggera rispetto alle aziende. Questo riguarda», specifica l'esponente leghista, «soprattutto certe cooperative che si fingono tali, ma sfruttano i dipendenti e ottengono benefici proprio perchè si chiamano coop. Sia per tutelare i dipendenti che i soldi pubblici che, attraverso i bandi, arrivano alle coop, bisognerebbe cercare di  creare un sistema fiscale uguale per tutti»

COOPERATIVE DEL TUTTO SNATURATE - Perché, il fatto che le coop abbiano, a parole, finalità «nobili e mutualistiche», in molti casi non si riscontra nei fatti. «Il sistema politico emiliano e romagnolo è sempre stato sorretto da questa commistione tra mondo politico della sinistra emiliana e mondo cooperativistico». Fabbri ricorda il caso della cooperativa agricola Terre Emerse, per cui il governatore emiliano Vasco Errani è stato condannato per falso ideologico per aver favorito il fratello, presidente della medesima.

PD EMILIANO SORRETTO DALLE COOP - Secondo Fabbri, in Emilia Romagna l'intreccio politica-cooperative è ormai capillare: «Qui da noi», afferma, «il sistema politico si regge ormai sulle cooperative. Per non parlare, poi, del fatto che gli ex amministratori diventano spesso presidenti delle cooperative, un tabù da sfatare. Non si può negare la sinergia che esiste tra cooperative emiliane e sistema politico del Partito Democratico». Le distinzioni del caso, per Fabbri, vanno fatte, ma senza ignorare il fatto che le degenerazioni, più che l'eccezione, stanno diventano la regola. «Mafia Capitale, il caso Terre Emerse, quello della Cpl Concordia o della Coopcostruttori dimostrano che questo sistema politico ed economico, quando si arriva al dunque, non regge», conclude Fabbri. Urgerebbe, insomma, una revisione totale di tale sistema, che passi attraverso un abbattimento dei privilegi e controlli più stringenti. E, soprattutto, una rescissione definitiva del subdolo legame cooperative politica, viste le notizie di cronaca che, in questo momento, turbano i sonni di molti nostri rappresentanti in Parlamento.