19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
LN replica a chi sostiene che con Le Pen si protesta, ma non si governa

Fedriga: «Essere il primo partito è una sconfitta? Ora si capisce perchè governino così male»

Il Front National supera il 40%, ma non governa nessuna provincia. Sconfitta elettorale? Secondo Massimiliano Fedriga, deputato della Lega, assolutamente no. Anzi, per Fedriga quello della Le Pen è un importantissimo risultato politico, di cui il Carroccio si rallegra. Ma, sottolinea, l'alleanza con Fn è nata non in base a calcoli elettorali, ma per comunanza di intenti e di obiettivi.

ROMA – Sarkozy sull’Olimpo, Le Pen arranca. I risultati delle elezioni provinciali francesi incoronano l’ex premier, che ormai controlla quasi il 70% delle 101 province d’Oltralpe, e consegnano alla Le Pen un risultato ambiguo. Ambiguo perché interpretabile tanto come «senza precedenti» – in questi termini lo ha definito la leader dell’estrema destra francese –, quanto come causa di cocente delusione: sebbene i punteggi di alcuni candidati abbiano raggiunto e superato il 40% e nonostante il netto aumento del numero dei consiglieri, l’exploit di Fn rimane al massimo un «tassello per le vittorie di domani», perché oggi, ancora, di vittorie non si può parlare. Qual è l’interpretazione della Lega Nord, alleata del Front National in Europa? Con la Le Pen, forse, si può solo far protesta, ma non c’è speranza di vincere? Massimiliano Fedriga non è di questo avviso. «Avere questo dialogo con il primo partito della Francia non la vedo come cosa negativa. Sorprende, anzi, che ci sia qualche analista politico che per sminuire questo risultato per Le Pen comincia a parlare dei ballottaggi».

FEDRIGA: PER LE PEN RISULTATO INNANZITUTTO POLITICO - «E’ un risultato politico, e non amministrativo, perché non si può discutere sul fatto che il Front National sia il primo partito della Francia. Ha preso più voti di qualsiasi altra forza politica, quindi è un risultato storico importante. Poi, sul risultato dei ballottaggi», aggiunge Fedriga, «bisogna andare a capire come sono andate le cose provincia per provincia». Eppure, per il vicecapogruppo del Carroccio a Montecitorio, quel dato «esula comunque dal risultato politico», che rimane indiscutibile.

CON FN COMUNANZA DI INTENTI E DI PROGRAMMA - In questo senso, allora, la Le Pen non si può dire sconfitta, e, in quanto sua principale alleata in Europa, nemmeno la Lega può definirsi tale. Il fronte anti-euro c’è e resiste, e, per Fedriga, continuerà a portare a casa risultati importanti. «Quando abbiamo iniziato questo dialogo, non lo abbiamo fatto soppesando le percentuali che avrebbe preso l’uno o l’altro partito», specifica Fedriga. «E’ nato su dei punti programmatici che riteniamo importanti per il futuro della nostra gente, tra cui la questione euro, Europa, immigrazione. Se uno fa solo dei calcoli elettorali, è sicuro che non diventerà mai il primo partito come quello di Marine Le Pen in Francia». Insomma, il «dialogo» con la Lega è nato in primis in base alla «comunanza di proposte da fare ai cittadini, nella quale crediamo». Poi, che ci siano «altre forze politiche che facciano soltanto valutazioni di convenienza elettorale» è un altro conto. «Noi facciamo solo un discorso di: conviene o non conviene ai cittadini questo programma politico? E siamo convinti», aggiunge il leghista, «che, se c’è questa chiarezza, arriveranno anche i voti. Ma non si può mettere davanti la percentuale di consenso all’interesse della proposta che si vuole fare».

RENZI BADA PIÙ AI VOTI CHE ALLE PROPOSTE - E chi, secondo Fedriga, ha anteposto la convenienza elettorale alle proposte concrete ha un nome preciso: Matteo Renzi. «Intanto, questi escamotage durano poco, perché la gente si rende conto che si vuole soltanto usare il suo voto per prendere il potere e non per governare bene. Cosa che sta facendo Renzi. Ma», conclude Fedriga, «dopo un po’ le falle vengono fuori. Noi invece vogliamo proporre qualcosa di credibile». E la credibilità, per il vicecapogruppo del Carroccio a Montecitorio, passa anche attraverso un’alleanza, quella con la Le Pen, basata più sui contenuti che sui calcoli elettorali. Calcoli che pure ricompensano tanto il Front National quanto la Lega, seppur con le debite differenze: quest’ultima è incoronata a partito trainante del Centrodestra italiano, mentre il movimento della Le Pen aspira addirittura a importsi come prima forza politica del Paese. Un’alleanza, insomma, forte nei contenuti e nei numeri, ma, certamente, «scomoda» per chi non ritiene un bene per la Lega schierarsi tanto a destra dello scacchiere politico. Un dibattito di non poco conto, se si considera che anche su questi temi si è giocato, e si gioca tutt’ora, la vicenda della fuoriuscita di Tosi. Ma quella rimane un’altra storia, seppur di certo avvincente e fondamentale per il destino del Carroccio.