24 aprile 2024
Aggiornato 19:00
La spaccatura ai vertici sta creando problemi anche alla base

Fibrillazione in Veneto. Ecco gli uomini di Tosi

Un sondaggio fa tremare i polsi a Luca Zaia: a Verona Flavio Tosi sta davanti di oltre dieci punti al presidente uscente del Veneto e di quindici rispetto ad Alessandra Moretti. Certo, siamo nella roccaforte tosiana, ma in terra euganea il vento sta cambiando e la certezza granitica che aveva Luca Zaia di vincere anche con la discesa in campo di Tosi inizia a scricchiolare.

ROMA - Un sondaggio fa tremare i polsi a Luca Zaia: a Verona Flavio Tosi sta davanti di oltre dieci punti al presidente uscente del Veneto e di quindici rispetto ad Alessandra Moretti. Certo, siamo nella roccaforte tosiana, ma in terra euganea il vento sta cambiando e la certezza granitica che aveva Luca Zaia di vincere anche con la discesa in campo di Tosi inizia a scricchiolare.

IN REGIONE A RISCHIO IL BILANCIO - Un primo forte segnale del terremoto che ha provocato la cacciata del sindaco di Verona dalla Lega Nord Zaia l’ha ricevuto proprio in regione, dove i consiglieri che hanno lasciato il gruppo leghista sono ormai più numerosi di quelli che sono rimasti nel Carroccio. Una situazione paradossale per cui il consiglio regionale sta trovando non poche difficoltà ad approvare il bilancio.

TUTTI GLI UOMINI DI TOSI - Anche sul territorio i piani non stanno andando secondo quanto aveva previsto il presidente del Veneto. Da Belluno a Rovigo, passando per Padova, Treviso e Venezia non si ferma l’emorragia di dirigenti leghisti che si stanno spostando con Flavio Tosi. Ad aprire le danze sono stati Luca Baggio, già presidente della Liga Veneta e uomo «dalle diecimila preferenze», e Matteo Toscani, punto di riferimento del sindaco di Verona nel Bellunese. A Treviso, roccaforte di Zaia, è considerato ormai arruolato nelle truppe tosiane il presidente della provincia Leonardo Muraro, mentre a Venezia Tosi può contare sull’altro assessore regionale, Daniele Stival. Sotto la luce dei Fari è passato anche l’assessore regionale all’Ambiente, Maurizio Conte, «vera e propria macchina da preferenze nella sua Padova».

SALVINI: SONO NUMERI CHE NON PREOCCUPANO - Da parte loro i dirigenti del Carroccio minimizzano, parlando di «poche unità rispetto alle enormi risorse che può contare la Lega Nord in Veneto», ma la sensazione che la situazione possa presto sfuggirgli di mano è palpabile. «Non è tanto una questione di numeri», spiegano i tosiani, «quanto della capacità di spostare i voti. E gli uomini in grado di farlo stanno passando dalla nostra parte».

SEI PARLAMENTARI IN LIBERA USCITA - Agli uomini sul territorio vanno aggiunti i sei parlamentari che hanno ufficializzato il loro addio alla Lega Nord e che hanno traslocato nel gruppo Misto. Anche loro si sono portati dietro un discreto bagaglio di voti che cercheranno di trasferire in blocco sotto l’egida del sindaco di Verona. Come confessa qualcuno di loro «non è certo tutto rose e fiori, ma i nostri militanti sul territorio si stanno convincendo dell’onestà della nostra scelta e della concretezza del progetto politico di Flavio».

IL DILEMMA DELLE ALLEANZE - Un punto determinante per la vittoria o la sconfitta della Lega Nord lo segneranno le alleanze, e qui la partita è ancora tutta da giocare. Salvini, dopo un primo tentativo andato a vuoto di imporre a Silvio Berlusconi veti su alleanze e candidati alle regionali, sembra aver ammorbidito la propria posizione e a breve i due leader dovrebbero annunciare l’accordo. Anche lo schema della candidatura Tosi si delinea sempre di più: saranno tre o quattro le liste a sostegno dell’ex segretario della Liga veneta: una lista del presidente con l’indicazione del nome di Flavio Tosi, una legata alla fondazione Ricostruiamo il Paese, e una lista dei centristi di Area popolare dentro alla quale potrebbero confluire alcuni esponenti di Forza Italia.

L'UNICA CERTEZZA: L’INCONSISTENZA DELLA MORETTI - Al netto del numero di persone e di preferenze che sta raccogliendo Tosi resta il fatto che sulla carta Luca Zaia è ancora in vantaggio rispetto alla sua diretta sfidante, Alessandra Moretti, e che il peso del primo cittadino scaligero a livello regionale è tutt’ora un’incognita. Se però è vero che per il presidente uscente c’è solo un risultato da ottenere, è altrettanto realistico affermare che Tosi non ha nulla da perdere. E quando si gioca in queste condizioni la sorpresa è sempre dietro l’angolo.