27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Chiesa Cattolica

Commissione CEI anti-pedofilia, tra i membri forse le vittime

Lo ha reso noto il segretario generale della stessa CEI, mons. Nunzio Galantino. La struttura sarà guidata dal Cardinal Bagnasco su esempio di commissione vaticana. La Conferenza episcopale e il Sinodo: «Con le famiglie misericordia senza scorciatoie»

CITTÀ DEL VATICANO (askanews) - La Conferenza episcopale italiana creerà una commissione per la protezione dei minori, guidata dal cardinale presidente Angelo Bagnasco. Lo ha reso noto il segretario generale della stessa Cei, mons. Nunzio Galantino, in una conferenza stampa che ha concluso il consiglio episcopale permanente (23-25 marzo).

Il «parlamentino» della CEI ha approvato la proposta di indicare come referente per la Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ente vaticano di prevenzione degli abusi sessuali del clero sui minori guidato dal cardinale statunitense Sean O'Malley, il card. Angelo Bagnasco, presidente della stessa Cei. E sul modello della commissione vaticana dovrebbe nascere la commissione Cei, per la quale non sono ancora stati stabiliti, ha detto Galantino, i criteri per la scelta dei suoi membri. Non è escluso, come per la commissione O'Malley, che ne facciano parte alcune vittime di preti pedofili: «E' un elemento che non va ignorato», ha detto Galantino.

La CEI e il Sinodo: Con le famiglie misericordia senza scorciatoie
E' necessario «un approccio accogliente e misericordioso, capace - più che di proporre facili scorciatoie - di impegnarsi nella condivisione del cammino» delle famiglie, anche quando esse attraversano il «fallimento matrimoniale»: così la Conferenza episcopale italiana in vista del sinodo ordinario di ottobre prossimo voluto da Papa Francesco sul tema della famiglia.

Dopo un primo questionario inviato dalla Santa Sede a tutte le diocesi del mondo in vista del sinodo straordinario di ottobre scorso, il Vaticano ha inviato un secondo questionario al fine di consultare ulteriormente la «base» cattolica, prima della assemblea ordinaria (4-25 ottobre 2015), su una ampia serie di questioni, compreso il controverso tema della comunione ai divorziari risposati.

«Nelle risposte al questionario predisposto dalla Segreteria del Sinodo e inviato dalla Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana a tutte le Chiese locali, si sottolinea che - proprio per l'importanza dell'alleanza tra sacerdoti e sposi - i candidati al ministero ordinato facciano esperienza reale di pastorale familiare», si legge nel comunicato conclusivo del consiglio episcopale permanente che si è svolto da lunedì a mercoledì scorso. Più in generale, «le risposte delle diocesi dimostrano come il cammino sinodale abbia suscitato un notevole entusiasmo sui temi della famiglia, riconoscendo in essa non solo un ambito pastorale, ma una dimensione irrinunciabile per la vita della Chiesa e della società». Inoltre, «in un contesto culturale segnato da relazioni fragili, conflittuali o di tipo consumistico, il questionario fa registrare un nuovo desiderio di famiglia, quale fattore di felicità che dà qualità alla vita. Nel contempo, evidenzia l'importanza di una comunità che di questa possibilità ne sia testimone e sappia porsi con un approccio accogliente e misericordioso, capace - più che di proporre facili scorciatoie - di impegnarsi nella condivisione del cammino: si tratti di itinerari di preparazione alle nozze come di situazioni segnate dal carico della malattia o del fallimento matrimoniale».

Il consiglio permanente, infine, «ha concordato di proporre anche alla vigilia del prossimo Sinodo una veglia di preghiera in piazza San Pietro: l'appuntamento è per sabato 3 ottobre».