Scagliusi: subito centri di asilo UE nei paesi di transito
Per la Procura di Palermo, esisterebbero contatti tra i trafficanti e il terrorismo. Ma Emanuele Scagliusi (M5S) ritiene inverosimile che l'Isis utilizzi i barconi per giungere sul nostro territorio. In ogni caso, per far fronte all'emergenza, il deputato ritiene che l'Ue debba aprire vie regolari per far arrivare i profughi in sicurezza. Senza che siano più costretti ad affidarsi ai criminali.
ROMA - E' allarme, per i presunti contatti tra le organizzazioni di trafficanti di immigrati e il terrorismo islamico. Le indagini della Procura di Palermo, che proseguono da alcuni mesi, avrebbero evidenziato dei collegamenti tra alcuni soggetti monitorati per il reato di associazione a delinquere finalizzata a tratta e traffico di esseri umani e gruppi paramilitari attivi in Libia. Per ora, il collegamento con l'Isis è solo un'ipotesi; certo, però, è un'ipotesi che tutt'altro che peregrina. E' quindi verosimile che sui quei barconi viaggino, in mezzo ai disperati, anche terroristi? Le nostre leggi possono dirsi efficaci a contrastare quest'eventualità? A rispondere, Emanuele Scagliusi, membro della Commissione Esteri del Movimento Cinque Stelle. «Che i barconi che sbarcano sulle nostre coste siano in mano alla criminalità, italiana o nordafricana, non è una novità. Che poi, collateralmente, i terroristi possano autofinanziarsi e guadagnare da questi eventi è anche piuttosto verosimile», afferma.
SCAGLIUSI: APRENDO VIE LEGALI PER I RIFUGIATI, CONTRASTIAMO CRIMINALITÀ E TERRORISMO - Ciò che però, per Scagliusi, verosimile proprio non lo è, è la possibilità che quei barconi possano essere utilizzati da terroristi per arrivare in Italia. «Parliamo di un'organizzazione come l'Isis che gestisce parecchio denaro; quindi, se quei terroristi avessero intenzione di compiere un attentato, non arriverebbero di certo con i barconi, ma sfruttando altri mezzi. Quello che è successo in Francia e in Danimarca, peraltro», aggiunge il deputato, «ce lo insegna, perché si trattava di lupi solitari che non erano certo il frutto di un'invasione con i barconi». Al di là di ciò, per Scagliusi bisognerebbe affrontare il problema alla radice. «Noi abbiamo presentato una mozione che impegna il governo a superare gli accordi di Dublino, introducendo dei centri di richiesta asilo già nei Paesi del Nordafrica - dove la situazione lo permette -, e rinegoziando Dublino: quei trattati, infatti, obbligano il Paese in cui arrivano i richiedenti asilo a doverlo ospitare, perché è nel primo Paese sicuro di transito che deve presentare la sua richiesta. Quindi», prosegue Scagliusi, «se un richiedente asilo volesse andare in Svezia ma arriva in Italia, dovrà fare tutte le pratiche in Italia». Il problema maggiore, cioè, sarebbe l'assenza di vie legali, regolari e sicure perché i richiedenti asilo giungano in Europa: la richiesta d'asilo può essere emanata soltanto sul territorio europeo, e non prima, e nello Stato d'arrivo. I trafficanti, insomma, sono l'unico mezzo che i rifugiati possono utilizzare per scappare dalle guerre. «Se invece i rifugiati potessero far richiesta prima di partire, potrebbero indicare subito il Paese di destinazione prescelto e arrivarci per vie legali, evitando di alimentare il business criminale di sfruttamento della disperazione», afferma Scagliusi.
I TERRORISTI NON ARRIVANO SUI BARCONI. SERVE PIÙ POLIZIA SUL TERRITORIO - In quanto alla sicurezza del nostro Paese, posto che, per Scagliusi, non saranno i barconi a portarci i terroristi in casa, bisognerebbe fare di più. «Sarebbe importante in Italia garantire la sicurezza interna, e su questo siamo preoccupati perché con la legge di stabilità il governo ha tagliato di 40mila agenti le forze dell'ordine. Servirebbe più protezione, non solo all'Expo, ma in tutte le metropolitane, nei siti sensibili e nei centri di interesse». In questo senso, secondo Scagliusi, «le preoccupazioni dovrebbero derivare più dalla scarsa sicurezza interna che dai pericoli esterni. Anche perché, se ci fosse la giusta gestione dell'immigrazione, non ci sarebbero nemmeno più pericoli di infiltrazioni terroristiche per quella via».
SERVE UNA RISPOSTA COLLETTIVA DELL'UE - Insomma: non chiusura delle frontiere, nè stop agli sbarchi; tantomeno, respingimenti, per i quali l'Italia si è già buscata qualche condanna. Piuttosto, l'impegno a promuovere vie di immigrazione legali, regolari e sicure. Sicure sia per i rifugiati, che non sarebbero più costretti a mettere la propria vita nelle mani di uomini senza scrupoli, sia per i Paesi di accoglienza, perché i flussi sarebbero più controllati. «I rifugiati, che scappano da guerre o perseguitati per varie ragioni, devono avere la possibilità di arrivare in modo regolare. E' un diritto fondamentale. Per questo, serve l'aiuto dell'Unione Europeo. Sappiamo che Triton non basta, Mare Nostrum è pesato tutto sulle casse italiane», afferma il deputato Cinque Stelle. E in quanto all'accusa spesso rivolta a Mare Nostrum di aver favorito il business di traffico di migranti, pur avendo portato all'arresto di diverse centinaia di loro, Scagliusi osserva: «Possiamo dire che Mare Nostrum era la risposta sbagliata. E' stato positivo, perché ha salvato delle vite, ma questo meccanismo veniva sfruttato indirettamente dagli scafisti, che sapevano che, lasciando una carretta in mare, veniva recuperata dalle navi italiane. Invece, se avessimo dei centri in cui i richiedenti asilo potessero presentare la richieste già sulle coste africane, potremmo organizzare viaggi sicuri e legali con aerei di linea o navi, e sarebbe un duro colpo inflitto ai trafficanti».
SCAPPARE DA GUERRE È UN DIRITTO, SCONGIURARE IL RISCHIO TERRORISTICO UN DOVERE - Insomma, per il Movimento Cinque Stelle l'unica risposta da dare a un fenomeno di immigrazione del tutto in mano ai trafficanti e ai contatti di questi ultimi con organizzazioni terroristiche è una coraggiosa revisione del diritto migratorio internazionale. Un diritto che attualmente presenta troppe falle, falle ampiamente sfruttate dalle organizzazioni criminali che speculano sulla disperazione altrui. In quest'ottica, la paura non dovrebbe lasciarci accecati, facendoci dimenticare che scappare da guerre, persecuzioni e sofferenza è un diritto da tutelare. La risposta, secondo i sostenitori di questa interpretazione, non può essere nè la negazione del diritto - tramite la chiusura delle frontiere o i respingimenti -, nè l'omertà di fronte ai criminali che sfruttano tutto questo dolore. Soprattutto se, come le indagini della Procura di Palermo portano a pensare, quei trafficanti potrebbero avere collegamenti con i terroristi di cui abbiamo tanto paura.