29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Ncd accusa l'ex minisindaco di Ostia

Augello: «Tassone voleva cacciare chi indagava su di lui»

In un'interrogazione parlamentare, il senatore attacca il presidente dimissionario del Municipio: «Ha spostato il comandante dei vigili perché lo aveva messo sotto inchiesta». Lui si difende: «Dichiarazioni allucinanti e vergognose»

ROMA – Mafia Capitale, stavolta, non c'entra. Dietro alle dimissioni di Andrea Tassone, il minisindaco di Ostia, ci sarebbe in realtà un'inchiesta della Procura di Roma che lo riguarda. È quanto sostiene il senatore Andrea Augello, che ha sollevato questo caso prima in parlamento, presentando un'interrogazione, poi direttamente davanti al ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Al centro di questa vicenda c'è Roberto Stefano, comandante del gruppo di polizia locale del decimo Municipio.

«IL COMANDANTE INDAGA, IL PRESIDENTE LO SPOSTA» – Già qualche giorno prima di rassegnare le sue dimissioni irrevocabili, infatti, in una conferenza stampa Tassone aveva chiesto il trasferimento di Stefano. «Il comandante sarebbe stato rimosso con il pretesto della 'rotazione' – racconta Augello nella sua interrogazione – ma è anche la persona che ha coordinato le indagini su alcuni presunti illeciti amministrativi che hanno indotto la Procura a richiedere allo stesso presidente Tassone di eleggere il proprio domicilio. Questa procedura viene avviata soltanto a carico di persone indagate o imputate di un reato». Insomma, il senatore di Ncd sostiene che il presidente del Municipio abbia chiesto la rimozione di un comandante che, indirettamente, indagava su di lui. L'inchiesta, di cui si sta occupando proprio la polizia locale, rivela ancora il parlamentare, riguarderebbe una serie di presunte irregolarità emerse durante i lavori per la manifestazione «Lungo il mare di Roma», organizzata sul litorale l'estate scorsa.

L’OK DI MARINO«È evidente il rischio che possa esserci una forte relazione fra la richiesta di trasferimento – sostiene Augello – e l’inchiesta che ha coinvolto il presidente. Rischio che potrebbe addirittura evocare un tentativo di intimidazione degli operatori che quell’inchiesta hanno gestito e che dovranno essere chiamati come testi in caso di processo». Eppure il sindaco Marino, dopo aver incontrato Tassone, ha accettato il trasferimento del comandante, sostituendolo con un 'interim' di Rossella Matarazzo: «Marino ha imprudentemente assentito a questa richiesta – prosegue il senatore – che distorce e capovolge il principio della 'rotazione' come strumento della prevenzione della corruzione trasformandolo in un provvedimento 'contra personam'. Mi auguro che il ministro intervenga tempestivamente». Gli fa eco anche Davide Bordoni, coordinatore romano di Forza Italia: «Prima gli uffici, poi il comandante dei vigili: tutti capri espiatori di quello che ha combinato il Pd. Perché non spiegano come mai il presidente Tassone del loro partito intrattenesse rapporti con Buzzi, come mai a quest'ultimo sono stati assegnati in somma urgenza appalti senza gara per centinaia di migliaia di euro e come mai la manifestazione dell'estate scorsa è attenzionata dalla Procura?».

TASSONE SI DIFENDE – Il presidente dimissionario del Municipio, dal canto suo, respinge ogni accusa in una nota: «Allucinanti e vergognose le dichiarazioni del senatore Andrea Augello. Si preoccupi di guardare chi lo rappresenta nel decimo Municipio, dove c’è stato un rinvio a giudizio. La mia amministrazione, oltre ad avere la chiara intenzione di risparmiare sull’affitto della caserma del gruppo, ha messo in campo politiche sane che né lui né il suo recente passato hanno mai attuato per il bene della città. Dove era Augello quando a Ostia governava il Pdl? Non basta aderire ad un nuovo partito per ricostruirsi un’immagine e salire in cattedra».