Molteni: «E' guerra fra governo di Milano e Palazzo Chigi»
Il governo ha impugnato la Legge della Regione Lombardia sulle moschee, ed è scoppiata la polemica. La decisione è legata al fatto che la norma imporrebbe stringenti limiti nella costruzione di nuovi luoghi di culto, siano essi islamici o no. Ai microfoni di DiariodelWeb.it è intervenuto l'On. Nicola Molteni della Lega Nord per spiegarci come stanno le cose.
ROMA – Il governo ha impugnato la Legge della Regione Lombardia sulle moschee, ed è scoppiata la polemica. La decisione è legata al fatto che la norma imporrebbe stringenti limiti nella costruzione di nuovi luoghi di culto, siano essi islamici o no. Ai microfoni di DiariodelWeb.it è intervenuto l'On. Nicola Molteni della Lega Nord per spiegarci come stanno le cose e cosa intendono fare le amministrazioni regionali della Lombardia.
Cosa prevede la Legge della Regione Lombardia sulle moschee?
«La legge approvata dalla Regione ha una finalità ben precisa, che è quella di mettere delle regole chiare e ferree per la costruzione dei luoghi di culto sul territorio lombardo. Si tratta di regole di natura prettamente urbanistica che dettano prescrizioni di chiarezza.»
Per esempio?
«Per esempio il fatto che ci debbano essere più vie di comunicazione e di accesso, o il fatto che il parcheggio antistante questi luoghi di culto debba essere grande almeno il doppio dello spazio occupato dal luogo di culto medesimo. Con questa legge non viene assolutamente inficiata la libertà di culto: quest'ultima è un principio sacrosanto sancito dalla carta costituzionale. Però qualcuno dovrebbe anche ricordare che l'art. 8 – che è l'articolo fondamentale della libertà di culto – prevede anche che le altre religioni sottoscrivano delle «intese» con lo Stato italiano: che significa accettare delle regole, cosa che le comunità islamiche non fanno. La nostra legge regionale è una legge legittima e sacrosanta, che disciplina la libertà di costruire dei luoghi di culto e vale per tutte le religioni, non sono per quella islamica. Mi devono spiegare perché, se un imprenditore o un artigiano vuole aprire una finestra nella sede della sua attività gli servono 500 documenti da parte degli enti locali, e invece se una comunità islamica vuole costruire una moschea sul proprio territorio lo può fare senza dover rispettare nessuna regola. Inoltre, la nostra legge non è affatto discriminatoria, perché non fa distinzioni tra luoghi di culto cattolici e non cattolici. Siamo, perciò, di fronte alla solita sinistra: allergica alle regole, e che vuole riempire il nostro territorio di moschee e luoghi di culto islamici. Se si pensa che le moschee siano solo ed esclusivamente luoghi di culto ci si sbaglia di grosso: vi si annidano anche i fondamentalisti, sono luoghi di odio e di violenza.»
Perché il Consiglio dei Ministri ha impugnato la Legge della Regione Lombardia sulle moschee?
«Perché il Consiglio dei Ministri impugna tutte le leggi lombarde. Abbiamo un governo dittatoriale che mal tollera l'autonomia degli enti locali. Il governo Renzi e la sinistra sono pro-moschee e pro-Imam; noi, invece, riteniamo che le moschee possano essere dei luoghi pericolosi sui nostri territori anche e soprattutto per la sicurezza dei cittadini.»
Possiamo dire quindi che la Legge della Regione Lombardia sulle moschee abbia per scopo anche quello di monitore il fenomeno del terrorismo islamico?
«Secondo noi, il terrorismo si diffonde non solo mediante i siti web ma anche nelle moschee. Queste non sono solo un luogo di preghiera, ma spesso e volentieri sono luoghi nei quali si annidano anche pericolosi terroristi e nei quali si fa reclutamento e addestramento da parte dell'Isis. Proprio a Como – io sono di Como – nel 2004 vennero espulsi i due Imam della moschea di Como perché ritenuti pericolosi. Lo stesso è accaduto nelle moschee di Milano e Cremona. Perciò consentire un insediamento da parte di comunità religiose che considerano la donna un oggetto di serie «Z» rispetto all'uomo – ricordiamo che la donna adultera viene lapidata – significa andare contro i nostri valori costituzionali. Senza considerare il fatto che le moschee sono, appunto, anche dei luoghi pericolosi.»
Alcuni, però, ritengono che chiudere le moschee possa rivelarsi controproducente nella lotta al terrorismo islamico: perché spingerebbe i fondamentalisti a riunirsi in luoghi più discreti, come le abitazioni private, sfuggendo ancor di più a qualsiasi forma di controllo e vigilanza. Cosa rispondete?
«Rispondiamo che si tratta di una sciocchezza. I numeri ci dicono che in Italia ci sono circa 500 moschee, e di queste circa 108 sono ritenute particolarmente pericolose. Oltre a queste ci sono già venti associazioni islamiche molto vicine all'Isis. Insomma, esiste una minaccia terroristica anche nel nostro paese: non lo dice la Lega Nord, ma lo dicono i servizi segreti italiani. Attualmente nel nostro territorio sono stati individuati 65 foreign fighters. A parte questo, non si pone il problema perché – come diceva la Fallaci - chi non rispetta le leggi italiane non può sedersi al tavolo delle trattative: ed è il caso delle comunità islamiche che non sottoscrivono nessuna intesa con lo Stato italiano».
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