Liuzzi: «M5S pronto a chiedere la revoca di Verro»
Bufera sulla Rai. Alla vigilia della riforma tanto declamata dal premier Matteo Renzi, Il Fatto Quotidiano pubblica un documento che sconvolge gli equilibri e svela scenari inquietanti. Il Consigliere di amministrazione Antonio Verro, nel 2010, avrebbe inviato all'allora premier Silvio Berlusconi una missiva in cui si chiedeva che venissero messi dei paletti a determinate trasmissioni.
ROMA - «Si continua su una linea già tracciata da tempo». Così Mirella Liuzzi, portavoce del Movimento 5 Stelle alla Camera e membro della Commissione Vigilanza Rai, commenta a DiariodelWeb.it la pubblicazione, da parte de Il Fatto Quotidiano, di una lettera inviata nel 2010 dal consigliere di amministrazione Rai, Antonio Verro – ex parlamentare di Forza Italia – all'allora premier Silvio Berlusconi perché intervenisse 'silenziando' trasmissioni non governative. La deputata grillina si riferisce all'editto Bulgaro di otto anni prima, che aveva visto l'estromissione dall'azienda pubblica di diversi giornalisti, tra i quali Enzo Biagi e Daniele Luttazzi.
M5S PER LA REVOCA DI VARRO - «Noi abbiamo letto la lettera pubblicata da Il Fatto Quotidiano e immediatamente, tramite il presidente della Commissione vigilanza Rai, è stata convocato un ufficio di presidenza per capire i prossimi passi – continua la deputata M5S membro della Commissione di Viglianza Rai –. Ovviamente la lettera che è stata comunicata è un nuovo 'editto Bulgaro', come è stato in passato con Biagi, Luttazzi ed altri. Ho letto anche le smentite del consigliere, una smentita abbastanza lieve, dal nostro punto di vista. Ora vediamo come comportarci in Commissione Vigilanza Rai, perché noi possiamo chiedere di revocare l'incarico a Varro. Sicuramente ci muoveremo in questo senso. Stiamo cercando di avere un consenso anche con gli altri gruppi parlamentari», conclude la grillina Liuzzi.
IL POTERE DELLA POLITICA - Bufera sulla Rai. Alla vigilia della riforma tanto declamata dal premier Matteo Renzi, Il Fatto Quotidiano pubblica un documento che sconvolge gli equilibri e svela scenari inquietanti. Il Consigliere di amministrazione Antonio Varro, nel 2010, avrebbe inviato all'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi una missiva nella quale si chiedeva che venissero messi dei paletti a determinate trasmissioni, programmi ritenuti antigovernativi. Nella stessa lettera si chiedeva, inoltre, che venissero nominati direttori amici, e al contempo che venissero controllati i nemici.
QUELLE BOCCHE DA FAR TACERE - «Le tredici righe di questa lettera sono il compendio finale del ventennio berlusconiano, il timbro ufficiale della rappresentazione pubblica dello spirito di Arcore. Di come la Rai abbia scelto di vivere felicemente (ammesso che negli anni precedenti avesse praticato uno stile diverso) sotto la suola del padrone», scrive Il Fatto Quotidiano a commento della lettera. Antonio Verro, in quel 25 agosto 2010, spediva un fax direttamente alla tenuta di Arcore: la lettera e due fogli di schede sintetiche su otto programmi. La missiva è chiara: si tratta, infatti, di «trasmissioni che più mi preoccupano. Temo infatti che siano fortemente connotate da teoremi pregiudizialmente antigovernativi». Dove per «teoremi pregiudiziali» è chiaro Verro intenda non inclini ad assecondare la politica interna dettata dalla politica di governo. E, infatti, Verro si riferisce a quelle teste che in Rai, da sempre, rappresentano lo zoccolo duro di un'informazione non troppo assimilabile con quella voluta dall'ato. «Purtroppo nonostante i nostri vari tentativi, penso non ci sia più niente da fare», scrive ancora il consigliere, quasi affranto. Michele Santoro, Lucia Annunziata, Fabio Fazio, Milena Gabanelli. I soliti noti.
CAMBI DIREZIONALI - «Tali programmi – continua l'ex parlamentare Fi – sono inseriti nel palinsesto che il Direttore Generale ha già presentato, ma su cui il consiglio non può fare decisiva interdizione». E no che non può il consiglio fare alcuna interdizione, visto che è prerogativa del Dg e dei direttori di rete. Dunque che fare? La risposta è semplice: premere anche sui direttori, piazzando al posto giusto le persone giuste: «Mettere paletti relativi a composizione del pubblico, strettoie organizzative e scelta di ospiti politici (e non) tramite i Direttori di rete». Sul 'Fatto', il direttore, Marco Travaglio, commenta la mossa di Verro: «Sì, avete capito bene: un consigliere Rai chiede al presidente del Consiglio, che è pure proprietario di Mediaset, il via libera per imbottire i programmi sgraditi al governo (o al premier? o a Fi? o a Mediaset?) di claqueur che applaudano o fischino a comando e di ospiti filogovernativi, e addirittura per sabotare i non allineati con 'strettoie organizzative'». Verro si preoccupa anche di fornire al premier i prescelti, coloro che andranno a sostituire i recalcitranti direttori della Rai, magari troppo attaccati all'audience di Santoro o Fazio per procedere alla recisione dei programmi. E così il consigliere snocciola nomi filoberlusconiani, fedelissimi alla politica del premier e pronti a stroncare qualsiasi barlume di controinformazione: «È di fondamentale importanza procedere il prima possibile alla nomina di Susanna Petruni a direttore di Raidue già dal primo consiglio di amministrazione disponibile, cioè quello del 15 settembre prossimo, e verificare che il Direttore Generale si determini a un puntuale controllo sul Direttore di Raitre», scrive ancora il consigliere.
PROGRAMMI «ANTIGOVERNATIVI» - Annozero di Michele Santoro, Parla con me di Serena Dandini, Che tempo che fa di Fabio Fazio, Glob di Enrico Bertolino, Ballarò di Giovanni Floris, Lineanotte del Tg3, Report di Milena Gabanelli, In mezz'ora di Lucia Annunziata. Questi gli otto programmi «antigovernativi», queste le otto bocche da mettere a tacere. Il Fatto Quotidiano urla ad un «Editto Bulgaro bis», quello che otto anni prima aveva sancito la fine di Enzo Biagi in Rai, aveva cacciato Daniele Luttazzi e lo stesso Santoro. In parte la lettera del consigliere Verro avrà effetto, tant'è che Glob verrà chiuso e Annozero inizierà a subire quelle pressioni che porteranno Santoro su La7.
VERRO: E' UN COMPLOTTO - Arriva presto la risposta di Antonio Verro che, sempre a Il Fatto Quotidiano, nega con fermezza di aver firmato quel foglio.«Alt. Impossibile che abbia potuto scrivere questo. Indicare il nome della Petruni poi! Smentisco al 100 per cento. No: al 102 per cento», risponde pronto quando il giornalista de Il Fatto accenna alla nomina della Petruni alla direzione di Rai Due. «Smentisco – continua, fermo nella sua posizione, l'ex parlamentare di Fi –. Voi fate il vostro lavoro e io il mio. Avremo tempo poi di bere insieme un caffè e analizzare i motivi di queste propalazioni». Subito il consigliere arriva ad una conclusione, alla giustificazione di tutto: è un complotto. «Mentre leggeva facevo mente locale al fatto che sono l’unico consigliere di amministrazione che si oppone alla riforma di Gubitosi. Fare uscire proprio adesso questa missiva significa una cosa sola: tentare di mettermi in difficoltà alla vigilia di un decisivo consiglio nel quale la riforma dev’essere votata».