«Invece che alle nozze gay, Marino guardi alle periferie»
Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, redarguisce il sindaco di Roma e lo accusa di trascurare le periferie della città, ad oggi in preda al degrado. Secondo il leader di NCD, il primo cittadino della Capitale dovrebbe preoccuparsi maggiormente di far fronte ai problemi legati alla periferia di Roma, piuttosto che pensare alle unioni degli omosessuali.
ROMA - Dopo Matteo Salvini, anche il leader del Nuovo Centrodestra si scaglia contro il primo cittadino di Roma. Angelino Alfano, infatti, dopo i fatti accaduti a Tor Sapienza che hanno caratterizzato la cronaca romana, chiede al sindaco della Capitale di preoccuparsi delle periferie, che vertono in uno stato sempre più drammatico. In modo particolare, il ministro dell'Interno redarguisce il medico romano per la scarsa attenzione rivolta alla questione dell'immigrazione ed alla troppa sensibilità mostrata, invece, - nel corso degli ultimi mesi - nei confronti delle unioni omosessuali.
NECESSARIO FERMARE IL DEGRADO DELLE PERIFERIE - Afferma il ministro dell'Interno: «Noi ci prendiamo le nostre responsabilità ma i sindaci devono prendere in mano la situazione. Non si possono girare dall'altra parte». Lo ha spiegato il ministro che a Radio Anch'io ha parlato del degrado delle perferie. Ad esempio, ha aggiunto Alfano, «Marino si occupa di firmare autografi sulle nozze gay e non pensa alle periferie». Sempre in relazione alla questione delicata dell'immigrazione, il ministro dell'Interno afferma: «L'Italia è un paese accogliente ma stanco, con l'eccesso di accoglienza si aumenta il razzismo». Lo ha spiegato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, parlando di immigrazione a Radio Anch'io.
ROMA E' STANCA - «I cittadini di Roma non sono razzisti ma sono molto, molto stanchi», ha affermato nei giorni scorsi il ministro dell'Interno, rispondendo al question time alla Camera. «Il Prefetto di Roma - ha aggiunto Alfano - è intervenuto tempestivamente per prevenire, nei limiti delle competenze con il sindaco, per attuare una equilibrata distribuzione territoriale delle strutture destinate alla gestione dei flussi migratori».