M5S: il rischio catastrofe è reale
La senatrice del M5s servono dati precisi in Commissione Sanità Ivana Simeoni prepara un'interrogazione per il ministro della Salute Lorenzin, affinché si dia da fare a prevenire il rischio del contagio anche in Italia.
ROMA - «Qualche giorno fa il ministro Lorenzin è andata negli Stati Uniti a rassicurare i potenti della terra dicendo che in Italia non c'è rischio ebola. Vorremmo, però, che il ministro rassicurasse anche gli italiani, spiegando loro come intende prevenire il contagio del virus nel nostro Paese che quasi quotidianamente accoglie uomini, donne e bambini che arrivano da Paesi vicini a quelli più colpiti dall'ebola. Ad aprile il M5S presentò un'interrogazione al Ministro, ma sono passati sei mesi e la Lorenzin non si è mai degnata di darci una risposta. Come se questa epidemia, che sta dilagando in Africa, non costituisse una minaccia soprattutto per l'Italia», afferma la senatrice del M5S in Commissione Sanità Ivana Simeoni.
M5S: LA LORENZIN NON CI RISPONDE - «Abbiamo chiesto al Ministro - continua la Simeoni - di fornirci dati precisi sulla diffusione del contagio e soprattutto di dirci chiaramente quali misure intende attuare per prevenire e contenere un possibile contagio del virus nel nostro Paese. Ma mentre i Governi di tutto il mondo sono in massima allerta, il nostro Ministero della Salute non ha saputo dare alcuna risposta alle nostre domande. Vogliamo uno Stato che tuteli davvero la sicurezza della nostra salute».
NON E' UNA PSICOSI, IL RISCHIO E' REALE - «Non siamo di fronte alla solita psicosi in stile "mucca pazza" o "influenza aviaria", il rischio è reale, più vicino a noi che a tutti gli altri paesi occidentali. So che lei Ministro ha predisposto dei protocolli di sicurezza aggiuntivi per fronteggiare la minaccia Ebola. Ma i protocolli di sicurezza sono attuati?", afferma la senatrice del Movimento 5 Stelle, Ivana Simeoni, rispondendo all'informativa del ministro Lorenzin sul caso ebola. «Chiediamo - continua Simeoni - quali misure state prendendo per tutelare gli operatori di volo e il personale medico delle strutture ospedaliere? Se io fossi in lei, ministro, andrei personalmente nei porti e negli aeroporti per verificare che gli operatori siano preparati e le attrezzature siano idonee. Inoltre, per eliminare il rischio di diffusione del virus sarebbe opportuno predisporre un periodo di osservazione di tutti i viaggiatori che arrivano dai Paesi ad altissimo rischio. Anche perchè, sappiamo bene che il nostro sistema sanitario è in ginocchio e difficilmente sarebbe capace di gestire un'epidemia estesa».
PREVENZIONE, PREVENZIONE, PREVENZIONE - «Queste sono le nostre proposte - aggiunge - la prevenzione è l'unica cosa che possiamo fare per evitare scenari disastrosi visto che non ci sono vaccini sicuri. Se continuiamo a trattare questa epidemia con sufficienza e non ci impegniamo al 100% rischiamo davvero una catastrofe. Non vogliamo essere allarmisti, ma dobbiamo prepararci seriamente ed in modo rigoroso, con la prevenzione in tutti i porti ed aeroporti. Per questo suggerisco l'istituzione di un numero verde apposito per l'ebola, come in passato è stato fatto per altre patologie infettive. Per questo ripeto: prevenzione, prevenzione, prevenzione».
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