28 marzo 2024
Aggiornato 21:30
Consegnati a Roma i premi

«Riciclone» il 16% dei Comuni

XXI edizione di «Comuni Ricicloni» di Legambiente: sono 1.328 i campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16% dei comuni d'Italia per un totale di 7,8 milioni di cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13,7% della popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l'industria del riciclo e quindi la Green Economy (150 mila posti di lavoro).

ROMA - Consegnati oggi a Roma i premi della XXI edizione di «Comuni Ricicloni» di Legambiente: sono 1.328 i campioni nella raccolta differenziata dei rifiuti, il 16% dei comuni d'Italia per un totale di 7,8 milioni di cittadini che hanno detto addio al cassonetto, pari al 13,7% della popolazione nazionale che oggi ricicla e differenzia i rifiuti alimentando l'industria del riciclo e quindi la Green Economy (150 mila posti di lavoro). Per accedere alle classifiche i comuni devono aver raggiunto l'obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata. La classifica è poi costruita attraverso un indice di buona gestione dei rifiuti urbani: quest'anno per la prima volta i «primi della classe» sono almeno uno per ogni regione d'Italia, con l'unica eccezione della Valle d'Aosta, che non ha neanche un comune virtuoso.

Cresce il Centro-Sud
Veneto e Friuli Venezia Giulia sono le Regioni con la più alta concentrazione di Comuni Ricicloni. Ma la novità dell'anno è la crescita dei ricicloni nel Centro-Sud, che passano dal 15 al 20% del totale nazionale. Crescono in particolare i comuni virtuosi nelle Marche (+15% in un anno): qui, semplicemente, è stata applicata in maniera intelligente la legge nazionale, prevedendo un tributo di 20 ?/tonnellata per i rifiuti urbani che finiscono in discarica, importo che viene modulato in base alle performance di raccolta differenziata raggiunte dai Comuni. Premi e penalità che i comuni sono invitati (applicando tariffe differenziate in funzione dei rifiuti prodotti da ciascuna famiglia) a trasferire ai cittadini, riducendo drasticamente le tariffe da pagare ai più virtuosi.

Quest'anno Legambiente segnala l'eccellenza nell'eccellenza
quei comuni che sono riusciti a ridurre del 90% circa la quantità di rifiuti da smaltire. Sono circa 300 quelli che nel corso del 2013 hanno prodotto meno di 75 chilogrammi a testa di rifiuto secco indifferenziato, mentre la produzione media pro capite nazionale si aggira sui 550 chili annui. E non si tratta di piccoli comuni: il toscano Empoli con i suoi 48 mila abitanti è seguito dai trevisani Castelfranco, Montebelluna, Vittorio Veneto, tutti attorno ai 30 mila abitanti. Le ricette sono diverse, ma con alcune caratteristiche comuni: la raccolta «porta a porta», la modalità di tariffazione del servizio (due terzi applicano la tariffa puntuale), la responsabilizzazione dei cittadini attraverso una comunicazione efficace e con politiche di prezzo che premiano il cittadino virtuoso con una riduzione della tassa sui rifiuti se separa bene i materiali, incentivando la pratica del compostaggio domestico, promuovendo il consumo dell'acqua del Sindaco riducendo le bottiglie di plastica, bandendo l'usa e getta.

Le grandi città stanno a guardare?
Tutte, tranne Milano, che ormai ha superato la soglia del 50% (prima metà del 2014), prima in Italia e seconda in Europa tra le città sopra il milione di abitanti (la prima è Vienna). Il «trucco» di Milano? Una buona e continua informazione (anche multilingue), porta a porta con bidoni condominiali, l'estensione a tre quarti della città della raccolta selettiva del rifiuto umido da cucina (da giugno appena esteso a tutta la città). Per questa ragione viene attribuita a Milano una menzione speciale: Milano non è «riciclona», perchè non supera ancora il 65% previsto dalla legge, ma è sulla buona strada. Un monito per Torino, che ha da tempo superato il 50%, ma solo nella metà della città dove esiste la raccolta porta a porta, ma soprattutto per Roma che, conclude Legambiente, non sa ancora scegliere tra raccolta porta/porta spinta e sistemi pasticciati fondati ancora sul cassonetto che impediscono l'indipendenza dall'ennesima discarica.