20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Terra dei fuochi

Realacci: Voglio le ragioni del ritardo

Il Presidente della Commissione Ambiente della Camera ha presentato una interrogazione ai ministri dell'Ambiente e della Salute per i ritardi nell'applicazione delle misure previste dal decreto. La mappatura delle aree a rischio del territorio e lo screening sanitario hanno subito un'improvvisa battuta d'arresto.

ROMA - «Occorre procedere con rapidità alla piena attuazione del decreto sulla Terra dei Fuochi e l'Ilva, che prevede norme importanti per risolvere due drammatiche questioni da troppo tempo insolute, recuperando così anche la fiducia dei cittadini, profondamente scossa in questi anni». Lo afferma il presidente della commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, che insieme al vicepresidente Tino Iannuzzi ha presentato una interrogazione sulla Terra dei Fuochi ai ministri dell'Ambiente e della Salute.

«Il provvedimento, approvato lo scorso 5 febbraio dal Parlamento - ricorda Realacci - punta infatti a garantire il contrasto efficace dell'illegalità, maggiori tutele per l'ambiente e per la salute dei cittadini, risorse per le bonifiche prioritarie. Ma ad oggi risultano ritardi e confusione nell'applicazione del complesso delle misure previste dal decreto. Con il collega Iannuzzi avevo già sollevato, con l'atto 4-02792, la questione della mappatura delle aree a rischio e del divieto, ove necessario, di coltivazioni ad uso alimentare. E non sappiamo a che punto sia lo screening sanitario. Un altro punto qualificante del decreto, introdotto nel passaggio alla Camera, è quello relativo all'aggiornamento da parte dell'Istituto Superiore di Sanità dello studio epidemiologico Sentieri, aggiornamento per cui erano previsti tempi precisi ormai abbondantemente superati».

«Per sapere se tale aggiornamento sia avvenuto - spiega Realacci - ho presentato un'interrogazione sottoscritta anche dal vicepresidente Iannuzzi ai Ministri della Salute e dell'Ambiente. Nel caso lo studio sia stato effettivamente aggiornato ai ministri interrogati chiediamo inoltre i motivi per i quali tali dati non siano ancora stati pubblicati, come esplicitamente previsto dal decreto».