20 aprile 2024
Aggiornato 01:00
La versione del Colle

Quirinale: da Berlusconi dimissioni libere e responsabili

Dopo le rivelazioni dell'ex ministro Usa Geitner il Colle precisa in una nota: «Gli eventi non vennero motivati se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani». L'ex premier replica: «sono state responsabili ma non sono state libere». John Kerry: «Io non so niente»

ROMA - «Le dimissioni liberamente e responsabilmente rassegnate il 12 novembre 2011 dal presidente Berlusconi, e già preannunciate l'8 novembre, non vennero motivate se non in riferimento, in entrambe le circostanze, a eventi politico-parlamentari italiani». E' quanto precisa una nota dell'ufficio stampa del Quirinale in merito agli episodi rivelati dall'ex segretario di Stato al Tesoro degli Usa a proposito della conclusione del governo Berlusconi. «Sulle vicende che condussero alle dimissioni dell'on. Berlusconi nel novembre del 2011, e dunque alla crisi del governo da lui presieduto e alla nascita del governo Monti, il presidente della Repubblica - ricorda il Quirinale - dopo averne già dato conto via via nel corso degli sviluppi della crisi, fornì un'ampia ed esaustiva ricostruzione e valutazione nel discorso tenuto il 20 dicembre 2011 in occasione della Cerimonia di scambio degli auguri con i rappresentanti delle istituzioni e delle forze politiche in Quirinale. In quel discorso, così come nel messaggio televisivo del 31 dicembre, possono ritrovarsi tutte le motivazioni relative a fatti politici interni e a problemi di fondo del paese come quelli della crisi finanziaria ed economica che l'Italia stava attraversando nel contesto europeo».

NAPOLITANO STIGMATIZZÒ CRITICHE A ITALIA - Quanto agli «episodi 'rivelati' dall'ex Segretario di Stato al Tesoro degli Stati Uniti e da altri sono relativi a riunioni, tenutesi nell'autunno del 2011, di consessi europei e internazionali cui il Presidente della Repubblica italiana - al pari degli altri Capi di Stato non dotati di poteri esecutivi - non aveva titolo a partecipare e non partecipò: e dunque nulla può dire al riguardo», precisa una nota dell'ufficio stampa del Quirinale. Giorgio Napolitano nel 2011 stigmatizzò le critiche dei governi Ue verso l'Italia e suoi impegni nei confronti dei partner europei, continua l'ufficio stampa del Quirinale. «A proposito di quanto, per qualche aspetto, era trapelato pubblicamente, il presidente della Repubblica stigmatizzò, il 25 ottobre 2011, 'le inopportune e sgradevoli espressioni pubbliche (a margine di incontri istituzionali tra capi di governo) di scarsa fiducia negli impegni assunti dall'Italia'. Null'altro di pressioni e coartazioni subite dal presidente del Consiglio nei momenti e nei luoghi di recente evocati fu mai portato a conoscenza del capo dello Stato».

BERLUSCONI, DIMISSIONI NON LIBERE - «Le mie dimissioni» da presidente del Consiglio nel 2011 «sono state responsabili ma non sono state libere», ribadisce Berlusconi, ospite di Coffee break su La7, rispondendo alla nota del Colle. «Ci sono fatti enormi che necessitano di una commissione di inchiesta», continua. Al leader di Fi è stato chiesto di commentare il titolo dell'Unità di oggi «Napolitano sbugiarda Berlusconi»: «Napolitano – osserva Berlusconi - non mi ha sbugiardato perché io ho chiesto semplicemente cosa fosse realmente successo in occasione del G20, non ho detto cose riguardo ai fatti italiani, non credo di meritare un titolo di quel genere. Napolitano non ha fatto qualcosa contro le mie dichiarazioni».

KERRY, NON NE SO NULLA - Intanto anche il segretario americano di Stato, John Kerry, chiarisce di non aver mai sentito parlare di un presunto complotto europeo per far cadere il governo di Silvio Berlusconi nell'autunno 2011. «Io non so niente», dice in italiano lo stesso Kerry nella conferenza congiunta che si è tenuta a Washington Dc con il ministro italiano degli Esteri, Federica Mogherini. Rispondendo alla stampa italiana che gli ha chiesto di commentare la rivelazione contenuta nel libro di memorie dell'ex segretario del tesoro Timothy Geithner, Kerry aggiunge: «Dovete chiedere a qualcun altro». In quanto presidente della commissione delle Relazioni estere, all'epoca dei fatti «non sapevo nulla e non so nulla» ora, dice il capo della diplomazia americana. «E' la prima volta che ne sento parlare», conclude.