28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Quirinale

Napolitano sotto attacco di Forza Italia

Gasparri: «Non sottovalutare la possibilità delle dimissioni del presidente», Bianconi: «Minaccia e resta avvinghiato alla poltrona e può continuare a predicare con il solito, insopportabile sussiego». Bondi: «Il Capo dello Stato ha certamente incoraggiato la scissione del Pdl». Colaninno (Pd): «Dico all'amico Brunetta, a Berlusconi, a Fi di non inseguire Grillo»

ROMA – I parlamentari di Forza Italia (Fi) stanno proseguendo la loro offensiva contro il Quirinale.

GASPARRI, NAPOLITANO POTREBBE DIMETTERSI - Il primo a tirare in ballo il presidente della Repubblica è stato il senatore Maurizio Gasparri: «Non bisogna sottovalutare la possibilità delle dimissioni di Giorgio Napolitano. Lui era pronto ad andarsene, poi è stato costretto a restare. Chiede le riforme e le riforme vanno fatte, a partire dalla forma di governo però. La legge elettorale va cambiata, sapendo che non ce n'è una perfetta. Ma serve l'elezione diretta del premier o del presidente della Repubblica. Se servono mesi per cambiare la legge elettorale, cambiamo anche la forma di governo».

NON SONO PER IMPEACHMENT - Il vicepresidente del Senato, intervenuto questa mattina ad Agorà, su Rai Tre, ha proseguito: «Non abbiamo apprezzato però la posizione di Napolitano su Berlusconi - ha detto - lo rispettiamo ma non siamo d'accordo con lui. Il suo ruolo è di fatto politico, non mi meraviglio. Di fatto Napolitano guida il governo. Le anomalie contro Berlusconi sono state tante - ha aggiunto -Napolitano poteva intervenire, come interviene su altre cose. Non sono d'accordo sull'impeachment, preferisco il confronto diretto».

BIANCONI, MINACCIA DI ANDARSENE MA RESTA - Il deputato Maurizio Bianconi invece ha ironizzato: «Napolitano ha minacciato di andarsene. Per la verità al momento del suo secondo mandato dichiarò che se le larghe intese fossero fallite si sarebbe subito dimesso. Le larghe intese sono fallite, ma lui è sempre lì, simile all'imbonitore che alle fiere di paese minaccia di sbaraccare se non si avvicineranno acquirenti, ma poi non si muove».

CI COSTA 3 VOLTE I REALI UK - Per Bianconi «Napolitano minaccia e resta avvinghiato alla poltrona. I media asserviti e i politici appiattiti fanno finta di nulla e lui può continuare a predicare con il solito, insopportabile sussiego. Se nelle cose del mondo c'è un minimo di giustizia, Napolitano il conto lo pagherà e la storia lo relegherà là dove merita. Intanto però il conto per i suoi clamorosi errori e per la Costituzione tradita li pagano gli italiani, insieme al costo del Quirinale pari al triplo del costo dei reali del Regno Unito».

BONDI, HA INCORAGGIATO SCISSIONE PDL - Il senatore Sandro Bondi invece ha accusato il Colle di aver favorito la spaccatura del Popolo della libertà (Pdl): «Che Napolitano sia intervenuto e intervenga per indirizzare la vita politica verso una direzione che il capo dello Stato considera necessaria per l'Italia è un fatto incontrovertibile. Che questo interventismo politico contrasti con la Costituzione è un altro fatto indubitabile. Per queste ragioni, non si può escludere che, pur di mantenere in vita il governo e di rispettare gli impegni di stabilità assunti con l'Europa, Napolitano abbia non dico favorito ma certamente incoraggiato la scissione di Alfano e dei ministri del Pdl».

COLANINNO (PD), ARGINE MAESTRO DI ITALIA - Sul fronte opposto, Matteo Colaninno, deputato del Partito democratico (Pd), ha invitato Renato Brunetta, Silvio Berlusconi e l'intera Fi «a non scherzare» con la richiesta di impeachment per il presidente della Repubblica, che «rappresenta l'argine maestro dell'Italia. La sua azione rigorosamente costituzionale - ha affermato in una nota Colaninno - insieme alla sua autorevolezza internazionale hanno salvato più volte il Paese in caduta libera. Dico all'amico presidente Brunetta, al presidente Berlusconi, a Fi di non inseguire Grillo nei suoi peggiori sentimenti populisti arrivando persino ad accarezzare folli e risibili ipotesi di messa in stato d'accusa del capo dello Stato».

POPULISMO FATALE - «Sarebbe una politica sconsiderata e cieca - ha proseguito - che riporterebbe immediatamente l'Italia nel girone infernale dell'instabilità e dell'inaffidabilità con conseguenze, oggi, ancora più gravi sul piano della tenuta sociale del Paese. L'Italia, proprio ora che con Enrico Letta sta conquistando credibilità e affidabilità, non può sprofondare in nuove ondate di populismo fatale».

COSTA (NCD), INTIMIDAZIONE STERILE - Per Enrico Costa, presidente dei deputati di Nuovo centrodestra (Ncd): «L'aggressione al capo dello Stato costituisce un tentativo peraltro sterile di intimidazione, da parte di chi, non più tardi di sei mesi fa, tesseva le lodi di Giorgio Napolitano».

FARE RIFORME - Costa ha concluso: «Il presidente aveva già annunciato pubblicamente di non essere disponibile ad un secondo mandato. Dopo il rischio di paralisi istituzionale tutti, in processione, lo pregarono di ripensarci. Lui accettò per amor di Patria e fu molto chiaro nel suo intervento davanti alle Camere. Tutti applaudirono. Anche coloro che oggi non solo si rimangiano la disponibilità a fare le riforme, ma evocano la messa in stato d'accusa. Noi siamo vicini al capo dello Stato. Noi abbiamo imboccato la strada da lui tracciata e non abbiamo cambiato rotta».

ZAN (SEL), RISPETTARE RUOLO - Il deputato di Sinistra ecologia e libertà (Sel), Alessandro Zan ha difeso Napolitano per principio: «Il capo dello Stato non deve essere continuamente tirato per la giacchetta. La linea di Napolitano non è consona al mio sentimento politico, tant'è che come deputato non l'ho votato, ma essendo il capo dello Stato va rispettato sempre e comunque»

PATTI DIAVOLO FI-M5S - Zan, intervistato da IntelligoNews, ha avvertito dal pericolo di un asse Grillo-Berlusconi: «Sono molto preoccupato di questo asse Grillo-Fi, che dimostra come il leader del Movimento 5 stelle (M5s) faccia patti anche col diavolo pur di raggiungere il suo obiettivo: distruggere il sistema, ridurre l'Italia alle macerie, per poi ottenere anche lui una rendita dopo aver distrutto il sistema parlamentare. Lo trovo preoccupante ed è per questo che bisogna agire non con le larghe intese, ma con una buona politica che un governo di centrosinistra Renzi-Vendola potrebbe incarnare oggi».

NUOVI SEL E PD DIANO SPERANZA - «I soldi - ha terminato Zan - ci sono. Servono le scelte politiche giuste. Finora, questo governo ha dimostrato di fare prevalentemente l'interesse dei poteri forti. Serve una discontinuità, e io spero che Sel e Pd, rinnovati dopo i loro rispettivi congressi, possano offrire una risposta forte e credibile per dare una speranza a questo Paese. Propongo che si approvi immediatamente la legge elettorale e si vada al voto».