19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
PORCELLUM

Il Senato si arena nuovamente sul ritorno al mattarellum

RP | RP | RP | E' saltato per la seconda volta in sette giorni, il voto della commissione Affari Costituizionali sull'ordine del giorno del leghista Roberto Calderoli per il ritorno alla precedente legge elettorale. Protestano Sel e Sc

ROMA - E' saltato per la seconda volta in sette giorni, alla vigilia dell'esame della Consulta sul ricorso contro il porcellum, il voto della commissione Affari Costituzionali del Senato sull'ordine del giorno del leghista Roberto Calderoli per il ritorno al mattarellum. Sono in molti, a questo punto, a denunciare l'impasse di palazzo Madama dove i numeri sono più incerti e a chiedere che il confronto si sposti invece alla Camera dopo il fronte pro mattarellum, o comunque anti porcellum, è più consistente e sicuro.

SEL, QUALCUNO VUOLE PORCELLUM - «La sconvocazione della commissione Affari costituzionali del Senato che stasera avrebbe dovuto votare gli ordini del giorno (odg) sulla riforma della legge elettorale ed in particolare sul ritorno al mattarellum - ha denunciato in una dichiarazione la presidente dei senatori Sel e del gruppo Misto Loredana De Petris- è un fatto gravissimo ma molto eloquente. In tutta evidenza i partiti maggiori vogliono tenersi il porcellum e per questo impediscono ogni passo verso una nuova legge elettorale».

PASSI A CAMERA - «Per settimane e mesi - ha ricordato ancora De Petris - è proseguita una penosa giostra di rinvii e oggi è stata persa anche l'ultima occasione di votare un odg di indirizzo.A questo punto è evidente che al Senato non c'è alcuna possibilità di disincagliare la situazione. E' dunque opportuno e necessario che la discussione sulla legge elettorale passi alla Camera, dove peraltro è già stata votata la procedura d'urgenza».

«RENZIANI», ENNESIMO FLOP - I deputati renziani del Partito democratico hanno scritto: «E` ormai chiaro che il tentativo di avviare la riforma elettorale dal Senato, come ripetutamente preannunciato nei mesi scorsi, ha fatto flop. Siamo all'ennesimo rinvio. Ora passi subito alla Camera, non c`è più tempo da perdere».

LO SCIOPER FAME DI GIACHETTI - «Mentre il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti prosegue da quasi 60 giorni il suo sciopero della fame, - hanno ricordato i deputati renziani - purtroppo al Senato va avanti lo stallo totale. Si sono persi mesi, il preannunciato accordo non è mai arrivato, è continuata la solita melina che va avanti dal 2011. Alla Camera ci sono i numeri per approvare la riforma, dal 9 dicembre è opportuno che sia l`aula di Montecitorio ad essere messa in condizione di lavorare per archiviare il porcellum, e speriamo che a quel punto Giachetti interrompa il suo sciopero che raccoglie ogni giorno sempre più adesioni».

BOLDRINI, BRUTTA FIGURA PER POLITICA - La riforma della legge elettorale è «una questione cruciale su cui è importante riflettere. La politica non esce bene da questo stallo», ha sottolineato la presidente della Camera, Laura Boldrini durante la conferenza dei capigruppo di Montecitorio nella quale Pino Pisicchio, Giorgia Meloni e Gennaro Migliore hanno commentato la notizia del nuovo rinvio dell'esame della riforma al Senato ribadendo la «disponibilità della Camera a far tornare qui il provvedimento considerando anche che a Montecitorio era già stata approvata la procedura d'urgenza». Boldrini ha invitato quindi tutti i capigruppo a riflettere su una possibile azione comune e ha fatto sapere che si farà carico di veicolare questa posizione al collega di Palazzo Madama.

NCD, RESTI A SENATO -Silenzio da parte del gruppo di maggioranza del Pd. Fabrizio Cicchitto invece ha ribadito il no del Nuovo centrodestra (Ncd) al trasferimento dal Senato alla Camera dell'esame della riforma elettorale: «Non si capisce perché debba aprirsi un gioco a rubamazzo fra Camera e Senato per la legge elettorale. Che il Senato faccia fino in fondo la sua parte tenendo conto evidentemente delle varie posizioni in campo. Non è che esiste in campo solo la proposta di una legge elettorale a due turni. Francamente eviterei di aprire una sorta di rivalità corporativa fra i due rami del Parlamento».

SC, GRAVE E AUTOLESIONISTA - Mentre da Scelta civica (Sc) hanno spiegato: «È politicamente grave e autolesionista per la maggioranza che la Presidente Finocchiaro si sia trovata a dover sconvocare all`ultimo minuto la seduta della Commissione Affari Costituzionali del Senato», hanno sottolineato i senatori Benedetto Della Vedova e Alessandro Maran, membri della commissione Affari Costituzionali del Senato.

COSI' AUMENTA SFIDUCIA - «Sc - hanno proseguito Della Vedova e Maran - aveva sostenuto la proposta di doppio turno di coalizione e, in subordine, aveva già annunciato il proprio voto favorevole per questa sera all'ordine del giorno per un ritorno all'impianto del mattarellum. Il cambiamento della legge elettorale è un impegno da tutti assunto con gli elettori. Sacrificare la riforma all'esigenza di non accrescere la tensione nella maggioranza di governo rischia di essere un`illusione fatale, che indebolisce l`esecutivo e accresce la sfiducia dell'opinione pubblica nei confronti delle istituzioni parlamentari».

PARLAMENTO ASSUMA RESPONSABILITA' - «Il governo e il Parlamento sarebbero entrambi più forti se si mostrassero in grado non più di rinviare, ma finalmente di assumere una decisione su un tema centrale per l`equilibrio istituzionale. E ne trarrebbe giovamento anche il processo di riforma costituzionale, che il rinvio della legge elettorale non avvicina, ma allontana. È insomma molto grave che il Senato non abbia saputo dare neppure inizio a una riforma, il cui avvio avrebbe rappresentato una prima e positiva risposta alle probabili e imminenti osservazioni della Corte Costituzionale sul porcellum», hanno concluso i due senatori.