23 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Politiche europee

Letta ai tedeschi: «L'Italia ce l'ha fatta da sola e ce la fa da sola»

Il Premier al congresso della Spd: «E' ora di togliere dallo stereotipo l'idea di un Paese assistito che chiede aiuto l'Europa. Abbiamo contribuito al fondo salva-Stati con 54 miliardi di euro, a fronte dei 61 della Francia e degli 81 della Germania, economie più grandi della nostra. L'Olanda ne ha messi 17»

LIPSIA - «L'Italia ce l'ha fatta da sola e ce la fa da sola», e per questo ora «abbiamo la credibilità di chiedere una svolta all'Europa sulla crescita» e spazzare via lo «stereotipo» che vuole l'Italia un «Paese assistito» dal resto dell'Unione. Questo il messaggio che il premier Enrico Letta ha rivolto nel suo intervento al congresso della Spd in corso a Lipsia.

BASTA A STEREOTIPO ITALIA ASSISTITA - Il presidente del Consiglio ha ricordato i meccanismi per il salvataggio degli Stati in difficoltà istituito negli ultimi due anni, e ha sottolineato con forza che l'Italia non vi ha fatto ricorso. Al contrario, «abbiamo contribuito al fondo salva-Stati con 54 miliardi di euro, a fronte dei 61 della Francia e degli 81 della Germania, economie più grandi della nostra. L'Olanda ne ha messi 17, un terzo dell'Italia, la Finlandia 5, un decimo. Non abbiamo chiesto niente: non abbiamo chiesto un euro di prestito, ci siamo salvati con le nostre scelte e abbiamo salvato le nostre banche senza chiedere nulla a differenza di altri Paesi». Dunque, ha concluso sul punto Letta, «è ora di togliere dallo stereotipo l'idea di un Paese assistito che chiede aiuto l'Europa».
Al contrario, ha ribadito Letta, è giunto il momento di «una svolta» nella politica europea, dopo una legislatura «basata sull'austerità», perché «è possibile una politica che tenga insieme la stabilità e la crescita. Nel secondo semestre dell'anno prossimo saremo in grado di avere carte le carte in regola».

RIPRENDERE EUROPA FEDERALE - Il premier ha detto che in Europa è giunto il tempo di una «grande scelta di coraggio», ovvero «riprendere il cammino verso l'Europa federale. Tutti i passi verso l'Europa federale compiuti nel corso della storia hanno sempre visto Italia e Germania insieme. I due paesi più federalisti ora devono prendersi questa responsabilità» per rispondere con «l'Europa dei popoli» alla «Europa dei populismi» e per evitare «il rischio del Parlamento Europeo più anti-europeo della storia» che potrebbe concretizzarsi alle elezioni di marzo.

EUROPA FRA 10 ANNI SENZA IDENTITA' - Il capo del governo ha proposto alla platea dei socialdemocratici tedeschi «un esercizio»: «Come sarà l'Unione Europea tra 10 anni? Quante volte ce lo siamo chiesto in passato? Sono preoccupato, perché per la prima volta ci troviamo senza una risposta chiara a questa domanda. Vorrei ricordare a me stesso e a ciascuno di voi, che se torniamo all'83 ad esempio sapevamo che lottavamo per l'Europa delle quattro libertà, per l'Europa del '92. E nel 1993, pensavamo all'Europa dell'euro, della riunificazione, dell'Unione economia e monetaria. E nel 2003 avevamo un'altra grande ambizione, l'Europa dei 28, in grado di riunificarsi, al punto che mentre siamo qui forse diamo tutti per scontato una cosa che non dovrebbe essere scontata: oggi la Ue è presieduta dalla Lituania, un Paese che 20 anni fa era nel'Unione Sovietica. E questa è una grande vittoria».

CORAGGIO E LEADERSHIP - Ma ora, ha concluso Letta: «Serve uno sforzo di coraggio e di leadership, dobbiamo avere il coraggio di dire nella prossima campagna elettorale che vogliamo costruire un Europa federale, per consentire di dire ai nostri figli che nel mondo in cui cresceranno la forza dei Brics e della Cina, l'Europa sarà ancora influente grazie alla sua capacità di aver costruito un'Unione che si regge sul rispetto reciproco delle regole ma soprattutto sulla grande ambizione di fare ancora una volta noi Europei, noi italiani e noi tedeschi, una grande scelta di coraggio, la scelta per l'Europa federale».