19 aprile 2024
Aggiornato 19:30
Prosegue la protesta contro i baci omosessuali in Parlamento dei deputati

I cattolici del M5S: no al divieto di dissentire

Intervista all'avvocato Paolo Palleschi, attivista del M5S di Roma, che ha firmato insieme a numerosi altri cattolici del Movimento una lettera aperta ai portavoce di Grillo per protestare contro la deriva anticlericale dei deputati pentastellati

ROMA - Lei è diventato, di fatto, il firmatario di una protesta che sta sollevando molto clamore nel 5 Stelle. Quale è la sua posizione e quella dei militanti che la seguono rispetto al Movimento? Questa la prima domanda rivolta all'avvocato Paolo Palleschi, attivista del M5S di Roma, che ha firmato insieme a numerosi altri cattolici del Movimento una lettera aperta ai portavoce di Grillo per protestare contro la deriva anticlericale dei deputati pentastellati.

Intanto ci tengo a precisare che io sono solo uno dei tanti firmatari di quella lettera. La nostra posizione è quella di piena condivisione dei punti del programma elettorale e della Carta di Firenze. Il M5S si distingue dai partiti di oggi, epigoni di quella democrazia rappresentativa ridotta ormai a mero proceduralismo, in quanto predica il principio della democrazia diretta, partecipativa. La predica, ma in questo caso non è stata attuata: noi abbiamo contestato che le posizioni espresse dai nostri deputati, non essendo state precedute da alcun tipo di consultazione, hanno disatteso uno dei principi fondamentali del Movimento e del Non Statuto.

Di quali principi parlavate nella lettera?
Di quei principi, e non sono pochi, in cui la missione del linguaggio cattolico e lo spirito che anima un movimento rinnovatore come il 5 Stelle quasi coincidono. A partire dal rispetto che si deve a questo pianeta, ai temi della globalizzazione che, come ha ricordato ieri Papa Francesco, non deve essere vista solo in funzione del profitto. I principi che ci chiedono interventi concreti contro le disuguaglianze, contro quell’insicurezza sul futuro che sta bruciando intere generazioni. I principi che affidano all’etica e alla virtù il compito di regolare i rapporti fra gli uomini. I principi che guardano alla libertà come ad uno scudo contro i soprusi e le prevaricazioni. Che difendono il diritto ad esprimere le proprie idee, in ogni contesto, senza timore di ritorsioni. Che non cedono alla tentazione di giustificare con il conseguimento di un fine l’uso di mezzi che configgano con la coscienza. Sono valori che abbiamo riconosciuto e vogliamo continuare a riconoscere nel Movimento, per i quali continueremo a protestare ogni volta che vengano messi in discussione da chi afferma di battersi contro le prevaricazioni esterne, ma non esita ad esercitarle all’interno dello stesso Movimento.

Non temete di essere espulsi?
Contrariamente a quanto sostiene qualcuno, il M5S non è una caserma e il dissenso motivato è lecito e, oserei dire, gradito; peraltro sarebbe paradossale che venisse espulso chi rivendica la necessità di attenersi al programma, ai principi di democrazia diretta e si limita a ricordare che il concetto di portavoce non ha nulla a che vedere con quello di avanguardia, di leninistica memoria.

Non ritenete di indebolire il Movimento?
Tutt’altro bensì di rafforzarlo nei suoi capisaldi e chiamare a raccolta anche chi è distante da noi poiché crede che noi siamo degli anarchici ostili ad ogni regola che non sia quella dettata da noi stessi.

Può quantificare chi è con lei?
Non siamo carbonari o clandestini, vogliamo un confronto a cielo aperto. Quanti siamo? Chiunque può misurarlo dal sostegno di una moltitudine di attivisti nella rete. Non siamo solo romani.

Lei parla di confronto? Ma altri sono stati cacciati per questo motivo
Non mi risulta e mi fido troppo degli uomini ai quali ho dato la mia fiducia per crederlo.