3 maggio 2024
Aggiornato 02:00
Popolo della Libertà

Alfano rimette nella mani del Cavaliere il destino del governo e annuncia il «sole» con Forza Italia

Il vicepremier da Vespa: «Dopo il voto della Giunta, con i ministri incontreremo Berlusconi e decideremo il da farsi. Non vogliamo fare cadere l'Esecutivo. Ha delle cose dei compiti, e deve dimostrare di saperli svolgere»

ROMA - Ospite di Porta a Porta il giorno seguente di Enrico Letta, il vice-premier Angelino Alfano ha messo nelle mani di Silvio Berlusconi il destino del governo. «Dopo il voto della Giunta, insieme alla delegazione dei ministri incontreremo Berlusconi e insieme a lui decideremo il da farsi», ha risposto Alfano al quesito di Bruno Vespa su cosa succederà dopo il voto - presumibilmente negativo per il Cavaliere - della Giunta per le elezioni del Senato.

DOPO MESSAGGIO BERLUSCONI SPLENDERA' SOLE - Alla tradizionale domanda di Vespa su «che tempo fa» nel panorama politico, Alfano ha risposto che il barometro del governo sta indicando «tra variabile e pioggia», ma «dopo il messaggio di Berlusconi splenderà il sole nello splendido cielo di Forza Italia». Il conduttore lo ha incalzato, domandandogli se dunque Berlusconi non annuncerà la crisi. Alfano ha risposto: «Sul fatto della crisi di governo si pronunzierà lui, non ho ragione alcuna per dire quello che dirà lui».
Comunque ha continuato il segretario del Popolo della libertà (Pdl), «l'obiettivo della decisione di Berlusconi sarà quello di annunciare che rinasce un grande movimento politico che ha segnato la storia politica. Sarà un messaggio orientato al futuro, ribadendo i nostri programmi e le nostre idee, e sarà uno straordinario appello a tutti coloro che finora non si sono impegnati in politica che da qui potrebbero trovare gli stimoli per farlo».

NON VOGLIAMO FAR CADERE GOVERNO - Durante la trasmissione la posizione del vice-premier sull'esecutivo è emersa con più chiarezza: «Non vogliamo fare cadere il governo. Credo che abbia delle cose da fare, e deve dimostrare di saperle fare». Ma comunque, ha continuato Alfano: «O noi siamo al governo con questo governo o usciamo fuori, tutti, e chiediamo al voto», ha detto il segretario del Pdl ribadendo che dal Pdl non ci sarebbero «defezioni» e sostegni a eventuali Letta bis.
«Anche perché una maggioranza raccogliticcia, cui non credo che Letta stia lavorando, sarebbe una maggioranza di estrema sinistra: devi prendere Sinistra ecologia e libertà (Sel), un po' di grillini... e dunque chi mai provenendo dalla nostra storia potrebbe sostenere un esecutivo di estrema sinistra?».
Detto questo, Alfano ha ribadito: «Mi auguro saggezza e prudenza giuridica da parte del Partito democratico (Pd), nella vicenda Berlusconi. Se da parte nostra sarà presa la decisione di continuare a sostenere il governo, quella decisione sarà stabile e durevole. Non ci sarà un pezzo del partito che farà opposizione al governo in sfregio a chi ne fa parte. Se poi dovessero nascere ragioni per le quali il governo dovesse essere ritenuto insufficiente nella sua azione, si prenderanno nuove decisioni».

SPENDING REVIEW PER IVA E IMU - Chiarita l'intenzione di proseguire nell'esperienza Letta, Alfano ha spiegato quali sono le priorità per il governo, annunciando che si «impegnerà per realizzare» sia il taglio del cuneo fiscale, sia l'annullamento dell'aumento dell'Iva. Anche perché ha commentato il vice-premier, le coperture finanziare ci sono: «La spesa pubblica si può ancora tagliare, ci sono ancora un bel po' di sprechi alla voce consumi intermedi».
Quanto al possibile aumento delle accise per coprire l'abolizione dell'Imu 2013, Alfano ha detto: «Si tratta del doppio paracadute che ci chiede l'Europa. Se le coperture non dovessero funzionare può scattare l'aumento delle accise, ma è una clausola di salvaguardia che non scatterà perché funzioneranno le coperture previste».

BASTA UE CON DITINO ALZATO - Quando il discorso si è spostato sull'Europa, Alfano ha colto la palla al balzo per replicare al commissario europeo Olli Rehn, che durante un'audizione alla Camera ha espresso i dubbi comunitari sulla cancellazione dell'Imu (detassazione di rendite invece che di lavoro, ndr): «Abbiamo fatto sacrifici, non cresciamo da anni, abbiamo governanti seri... e basta con questa Europa che alza sempre il ditino e ci fa il rimprovero preventivo perché non si fida di noi. Siamo un Paese affidabile. Sono Rehn e la Ue che dovrebbero rassicurare l'Italia che le ricette europee non portano l'Italia a sbattere. Noi stiamo tenendo i conti in ordine senza aumentare se non di pochissimo le tasse. Basta con questa Europa sempre col ditino alzato a dirci cosa dobbiamo fare».

CHI NON SEGUE LINEA E' FUORI - Nel finale il segretario del Pdl ha parlato delle vicende interne al suo partito. Per prima cosa ha richiamato il sottosegretario all'Agricoltura, Giuseppe Castiglione, coordinatore del Pdl in Sicilia, secondo il quale una crisi di governo «sarebbe una tragedia» e in molti nel partito non seguirebbero il leader. Alfano gli ha ricordato: «La linea la stabiliscono il presidente Berlusconi e il partito. Chi non segue la linea è fuori».

BERLUSCONI NOSTRO LEADER - Anche perché ha spiegato il vice-premier: «Non siamo alla ricerca di una successione perché Berlusconi ha ancora tanto da dire sulla scena pubblica. E non per una cortesia degli avversari ma in ragione del consenso degli italiani. Ancora ieri i sondaggi segnalavano il nostro vantaggio sul centrosinistra: il centrodestra guidato da Berlusconi è ancora in vantaggio di due o tre punti».
Quanto alle critiche mosse da Daniela Santanchè (che vorrebbe un partito presidenziale senza segretari, ndr), il ministro degli Interni ha spiegato: «Non mi sono mai preoccupato di quelli che sono i miei incarichi. Nello statuto del Pdl, che è presidenziale, la figura del segretario non coincide con quella del leader; lo statuto di Forza Italia non ha mai previsto la figura del segretario. C'è un eccesso di drammatizzazione intorno a questi temi».