Cancellieri: «Indagheremo sull'espulsione»
Anche l'Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia svolgerà un'inchiesta sulle modalità di espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia Alua. Lo ha comunicato durante il quesion time alla Camera il Guardasigilli Annamaria Cancellieri
ROMA - Anche l'Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia svolgerà un'inchiesta sulle modalità di espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia Alua. Lo ha comunicato durante il quesion time alla Camera il Guardasigilli Annamaria Cancellieri che ha ricostruito la vicenda dal punto di vista degli uffici giudiziari coinvolti.
«A seguito della ormai nota operazione di polizia del 29 maggio 2013, il personale della squadra mobile della Questura di Roma - ha detto la Cancellieri - collocava temporaneamente la minore Ablayazova Alua, come richiesto dalla madre Shalabayeva Alma, presso l'abitazione di Casal Palocco, affidandola al Semakin Volodymyr, addetto alla casa, attesa la momentanea assenza della signora Serhaleva Venera, indicata, in precedenza, come affidataria. Di ciò, come da prassi, veniva data preventiva informazione alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori. A seguito della convalida del provvedimento di espulsione, la minore veniva ricongiunta alla madre come previsto dalle disposizioni contenute nel Testo Unico sull'Immigrazione. In riferimento al procedimento svoltosi innanzi al giudice di pace - prosegue il Guardasigilli - si rappresenta che, dal verbale dell'udienza di convalida dell'espulsione, tenutasi il 31 maggio, presso il CIE di Ponte Galeria, non emerge che la Shalabayeva, o il suo rappresentante legale, abbiano formulato istanza di asilo politico ovvero abbiano rappresentato problematiche di tipo umanitario o politico connesse al rientro nel Paese di nazionalità. All'esito della stessa udienza, il giudice di pace disponeva, quindi, la convalida dell'espulsione».
«La Procura di Roma - ha proseguito il ministro - è intervenuta nel procedimento di espulsione esclusivamente con il rilascio del nulla osta previsto ai sensi dell'art. 13, comma 3, del T.U. n. 286/1998. E ciò in quanto non venivano rilevate ragioni processuali ostative derivanti dal procedimento penale aperto nei confronti della Shalabayeva stessa per il possesso di passaporto diplomatico ritenuto falso. Per quanto concerne la circostanza, riferita dall'interrogante, relativa all'asserita mancata visione, da parte del giudice di pace, del documento in data 30 maggio 2013 dell'Ambasciata khazaka, rappresento di aver già richiesto all'Ispettorato Generale di svolgere accertamenti preliminari».