27 settembre 2023
Aggiornato 11:00
Maggioranza e Riforme

Il PD avverte il PDL: «No alla pirateria sulla Giustizia»

«La presentazione dell'emendamento al ddl costituzionale che allarga il campo di intervento del Comitato per le Riforme è uno strappo inaccettabile». Zanda: «Capitolo Giustizia deve restare fuori dalle riforme»

ROMA - «La presentazione dell'emendamento al ddl costituzionale che allarga il campo di intervento del Comitato per le Riforme è uno strappo inaccettabile». E' quanto affermano in una dichiarazione congiunta Danilo Leva, Presidente Forum Giustizia Partito Democratico e Alfredo D'Attorre, Responsabile Riforme politiche istituzionali della Segreteria nazionale Pd.

Percorso già definito e condiviso - «Il ddl costituzionale, proposto dal Governo, traccia un percorso già definito e condiviso che riguarda materie come la forma di governo, il bicameralismo, nonché coerenti progetti di legge ordinaria di riforma dei sistemi elettorali - spiegano gli esponenti Dem -. Per il Partito democratico la riforma della giustizia non è un tabù, ma non si può prescindere da quelle che sono le garanzie di indipendenza della magistratura sancite dalla Carta Costituzionale. La giustizia non può essere il terreno su cui scaricare vicende estranee agli obiettivi di riforma e ammodernamento dell'assetto istituzionale».

Zanda: Capitolo giustizia ne deve restare fuori - «E' bene che il capitolo giustizia non sia incluso tra le riforme costituzionali di cui il Parlamento ha iniziato a discutere. D'altra parte il Ddl che la commissione Affari costituzionali del Senato sta esaminando è stato approvato dal Consiglio dei ministri, quindi alla presenza del segretario del Pdl Angelino Alfano». Lo sottolinea il presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda.
«La delimitazione della materia da riformare deve quindi considerarsi già definita dalla maggioranza di governo. La Costituzione - conclude Zanda - è materia delicatissima che va trattata con la massima prudenza possibile, senza strappi e senza blitz».