Napolitano rieletto Presidente della Repubblica
Un evento senza precedenti nella storia repubblicana quello di un Capo dello Stato che viene candidato per la seconda volta quando ancora il suo mandato non è scaduto. Si è trattato di una «assunzione di responsabilità verso la nazione», come ha spiegato lo stesso Presidente dopo il «caldo appello» ricevuto dalle forze politiche
ROMA - Giorgio Napolitano è stato rieletto Presidente della Repubblica con 738 voti. Un evento senza precedenti nella storia repubblicana quello di un Capo dello Stato che viene candidato per la seconda volta quando ancora il suo mandato non è scaduto. Si è trattato di una «assunzione di responsabilità verso la nazione», come ha spiegato lo stesso Presidente dopo il «caldo appello» ricevuto dalle forze politiche bloccate dalla incapacità di trovare consensi su un altro nome.
Già ieri il Pd aveva provato a sondare la sua disponibilità a ricandidarsi e questa mattina Pier Luigi Bersani è andato personalmente al Colle a rivolgere il suo appello a Napolitano, spiegandogli che il partito di maggioranza relativa non era in grado di garantire l'elezione dei suoi candidati e paventando uno stallo istituzionale che metteva a rischio il paese. Su questa emergenza hanno fatto leva anche gli altri interlocutori che sono saliti al Quirinale in mattinata: la delegazione del Pdl, guidata da Silvio Berlusconi e poi Mario Monti, la Lega e i presidenti delle Regioni.
A tutti il Capo dello Stato ha spiegato il perchè della sua iniziale contrarietà a una ricandidatura, la proposta infatti era stata ventilata già prima dell'impasse sia dal Pdl che da una parte del Pd. Il mandato presidenziale è già troppo lungo e anche l'età non permette di forzare troppo su un impegno che dura sette anni, ma il richiamo all'interesse nazionale è stato più forte e Napolitano non ha potuto fare altro che accettare. «Mi muove in questo momento il sentimento di non potermi sottrarre a un'assunzione di responsabilità verso la nazione, confidando che vi corrisponda una analoga collettiva assunzione di responsabilità», ha scritto in una nota per annunciare la sua disponibilità, nella speranza che il suo nome potesse «dar luogo a una manifestazione di unità e coesione nazionale», come è poi avvenuto.
Insieme alla richiesta di rielezione le forze politiche hanno assicurato al Presidente anche il loro impegno a dimostrare un maggiore senso di responsabilità sulla formazione del governo. Per Napolitano è sempre stata questa la priorità, quello per cui si è speso lungamente fin dal giorno dopo il voto, con un doppio giro di consultazioni e il preincarico a Bersani fino alla fase di decantazione con la nomina dei 10 saggi. Un governo che non potrà che reggersi su un accordo tra Pd e Pdl, perchè quelli sono i numeri in Parlamento e che anche senza durare un'intera legislatura dovrà affrontare le emergenze del paese e impegnarsi a cambiare la legge elettorale e le riforme mancate negli anni scorsi, la base di partenza c'è già ed è il lavoro fatto dai saggi da lui nominati.
Difficilmente però il secondo mandato di Napolitano durerà sette anni, il limite potrebbe essere quello delle europee del 2014 quando si potrebbe tornare alle elezioni dopo la fase di unità nazionale. Quanto alla inedita procedura secondo i tecnici del Colle Napolitano non dovrà dimettersi perchè è il successore di se stesso, quindi c'è una continuità nell'incarico. Sarà comunque lui stesso a chiarire «i termini dell'incarico» quando lunedì pomeriggio si recherà davanti alle Camere per il discorso di insediamento.
A quel punto potrebbero iniziare già da martedì le nuove consultazioni per la formazione del governo. Fin d'ora il Presidente ha però voluto chiarire «l'assoluta limpidezza» con cui ha accolto l'appello a farsi rieleggere e che intende «attenersi rigorosamente all'esercizio delle sue funzioni». Nel breve discorso pronunciato dopo la comunicazione ufficiale dei presidenti delle Camere saliti al Colle subito dopo lo scrutinio, Napolitano ha anche espresso il forte auspicio che «tutti sappiano onorare i loro doveri concorrendo al rafforzamento delle istituzioni e guardando, come ho fatto io, alla situazione difficile del paese e ai problemi degli italiani».
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